Il settore automobilistico è in fermento in questo inizio settimana alla Borsa di Tokyo dopo la proposta arrivata nel week-end da parte di Toyota Motor di acquisire Toyota Industries. Secondo un documento depositato sabato, la più grande casa automobilistica del mondo è pronta a mettere sul piatto ben 6.000 miliardi di yen, pari a 42 miliardi di dollari, con un premio di circa il 40% rispetto alla capitalizzazione di mercato di Toyota Industries alla chiusura borsistica di venerdì.
La proposta è stata elaborata dal presidente Akio Toyoda, il cui bisnonno aveva fondato proprio la società che produce telai e componenti per le auto Toyota. Attualmente Toyoda detiene meno dell'1% della proprietà di Toyota Industries. Secondo i ben informati, dopo aver ricevuto la proposta, Toyota Industries ha formato un comitato speciale e ha assunto consulenti per esaminarla.
Per tutta la giornata di contrattazione, le azioni Toyota Industries sono state sospese dalle negoziazioni ed il prezzo di chiusura ha segnato un balzo del 22,68%. Quanto alle azioni Toyota Motor, gli importanti acquisti hanno fatto aumentare le quotazioni del 3,59% al termine degli scambi.
Toyota Motor: cosa significa la mossa di Toyota Industries
Se venisse condotto in porto, l'accordo rappresenterebbe una delle più grandi acquisizioni del mondo e avrebbe delle ripercussioni importanti nell'ambito della governance del colosso automobilistico giapponese. In sostanza, ci sarebbe una maggiore "libertà di gestione che potrebbe andare a vantaggio degli azionisti di Toyota Motor a lungo termine", ha affermato Tatsuo Yoshida, analista di Bloomberg Intelligence. Il core business dei veicoli industriali di Toyota Industries "è stato e continuerà ad essere un'area promettente di redditività", ha aggiunto.
A giudizio di James Hong, analista di Macquarie, la notizia è "un'altra forte prova che Toyota sta migliorando la sua governance aziendale e questo dovrebbe essere positivo per tutte le entità del gruppo". Kazunori Maki, analista automobilistico di SMBC Nikko Securities, invece, ritiene che "la famiglia fondatrice rafforzerebbe la sua presa sull'attività del gruppo attraverso la sua partecipazione in Toyota Industries, ma ciò potrebbe anche rappresentare una battuta d'arresto per gli sforzi in corso per migliorare la governance aziendale".
In questo, "abbiamo raccolto tali preoccupazioni da un certo numero di investitori", ha aggiunto. Tra l'altro, "un'acquisizione potrebbe anche rendere meno probabile un miglioramento del rendimento del capitale proprio sia per Toyota Industries che per Toyota Motor", ha detto Maki.
C'è anche una questione relativa alle partecipazioni. Come da consuetudine giapponese, Toyota Motor mantiene una complessa rete di azioni incrociate con le sue varie filiali (si tratta di una pratica adottata per proteggere le aziende dalle acquisizioni). Tuttavia, il modello è stato contestato dagli investitori, che lo vedono come una sorta di autocompiacimento del management e una forma per sviluppare conflitti di interessi.
Toyota Industries negli ultimi tempi ha venduto le sue partecipazioni incrociate, prendendo le distanze dalle sue filiali. Secondo Norikazu Shimizu, l'accordo "sembra essere un passo nella direzione opposta", il che "potrebbe innescare l'opposizione tra gli azionisti".
Questi ultimi non sono contenti del presidente Toyoda, che ha visto calare il suo tasso di approvazione negli ultimi tre anni dal 96% al 72%. Il motivo del disappunto è soprattutto la riluttanza del presidente al passaggio alle auto elettriche, in aggiunta alla gestione discutibile di alcuni scandali recenti riguardo le certificazioni di sicurezza presso Toyota Industries, Daihatsu Motor Co. e nella stessa casa automobilistica.