Le aziende del solare avevano investito miliardi di dollari nei distretti elettorali repubblicani, convinte che ciò le avrebbe protette dalle minacce dell’oggi presidente Donald Trump contro il sostegno federale alle rinnovabili.
Tuttavia, queste speranze rischiano di rivelarsi un grave errore di calcolo. Secondo gli analisti di Jefferies infatti, la proposta di legge fiscale di recente approvata alla Camera dai repubblicani rappresenta uno scenario "peggiore del previsto" per l’industria solare, che ha causato un crollo delle azioni del settore la scorsa settimana.
Giovedì scorso le azioni Sunrun sono precipitate del 37% a Wall Street mentre Enphase e SolarEdge hanno rispettivamente lasciato sul campo il 19 ed il 24 per cento. Anche se la legge deve ancora passare al Senato, dove potrebbero esserci modifiche, nella sua forma attuale costituisce un attacco diretto all’Inflation Reduction Act voluto dall’ex presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Una minaccia all'intero ecosistema energetico
La nuova legge elimina due crediti d’imposta fondamentali che hanno stimolato lo sviluppo dell’energia pulita: il credito per l'investimento e quello per la produzione. Se approvata, taglierà il sostegno a nuovi impianti solari, eolici e di stoccaggio che iniziano la costruzione entro 60 giorni dall’entrata in vigore o entrano in funzione dopo il 2028.
Le ripercussioni potrebbero essere gravi: secondo Rhodium Group, la crescita dell’energia pulita negli USA potrebbe calare tra il 57% e il 72% nel prossimo decennio. Ben Smith di Rhodium avverte che questo significherà un forte rallentamento nella capacità di soddisfare la crescente domanda elettrica.
250.000 posti di lavoro a rischio, costi in aumento per i consumatori
Mary Powell, CEO di Sunrun, ha dichiarato a CNBC che la legge potrebbe causare la perdita di 250.000 posti di lavoro e un aumento del costo dell’elettricità per i consumatori.
Abigail Ross Hopper, presidente della Solar Energy Industries Association, ha criticato duramente il provvedimento definendolo "ignorante" rispetto al ruolo cruciale che solare e batterie stanno giocando nel soddisfare la domanda elettrica di famiglie e imprese.
Secondo Hopper, la legge non solo comprometterà il progresso energetico, ma metterà a rischio anche la competitività del Paese nella corsa globale all’AI, favorendo la Cina.
La dipendenza dalla Cina e le restrizioni sui materiali
Oltre all’eliminazione dei crediti, la legge prevede il divieto di benefici fiscali per progetti che ricevono "assistenza materiale" da entità straniere proibite, mirando soprattutto alla Cina. Questo include materiali essenziali come il vetro per i pannelli solari, il litio e il cobalto per le batterie.
Secondo gli analisti, ciò equivale di fatto a una revoca immediata dei benefici per molti progetti. Anche se il credito fiscale per la produzione manifatturiera resta valido fino al 2031, sarà anch’esso soggetto a restrizioni, colpendo aziende come First Solar.
Rischio blackout e frenata industriale
Il rallentamento delle installazioni solari arriva in un momento critico. La domanda di energia negli Stati Uniti è in aumento per via della costruzione di data center per l’AI, della reindustrializzazione e dell’elettrificazione diffusa dell’economia.
Secondo l’EIA, il solare e lo stoccaggio rappresentano l’81% delle nuove aggiunte previste alla rete nel 2025. Attualmente, il 92% dei progetti in attesa di connessione alla rete riguarda solare, eolico e batterie. Tuttavia, se la legge venisse approvata nella sua forma attuale, questo slancio rischia di essere bruscamente interrotto, con conseguenze gravi sull’affidabilità della rete e sugli obiettivi climatici.