Saudi Aramco potrebbe collocare altre azioni in Borsa. Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, il gigante petrolifero del Regno saudita venderà una quota tra i 10 e i 20 miliardi di dollari. La vendita potrebbe già avvenire questa settimana o, al più tardi, nei primi di giugno, con Citigroup, Goldman Sachs e HSBC che si occuperanno del collocamento.
Attualmente alla Borsa di Riyadh
è quotato solo l'1,5% delle azioni complessive della società, in quanto la stragrande maggioranza è in mano allo Stato (circa l'82%) e al suo fondo sovrano (circa il 16%), il
PIF (Public Investment Fund). Con una raccolta di 29,4 miliardi di dollari, l'
IPO di Saudi Aramco del 2019 è ancora oggi la
più grande offerta pubblica iniziale della storia. Oggi la società saudita è la compagnia petrolifera numero uno a livello mondiale e la terza società più capitalizzata dopo Microsoft e Apple.
Saudi Aramco: cosa significa per il Regno Saudita la vendita di azioni
Se Saudi Aramco metterà sul mercato le azioni per la cifra stimata, il Regno del principe ereditario Mohammed Bin Salman riuscirebbe a coprire una buona parte del deficit di bilancio. Questo mese l'Arabia Saudita ha previsto un passivo di 79 miliardi di riyal sauditi, pari a 21 miliardi di dollari USA, nel 2024, poco oltre la cifra che incasserebbe dalla vendita delle azioni nella parte alta della forbice.
Le entrate petrolifere dello Stato da ben sei trimestri consecutivi non sono in grado di impedire il deficit di bilancio a causa dei grandi investimenti multimiliardari che il Regno sta eseguendo nei progetti relativi, tra l'altro, agli immobili, alle infrastrutture, all'energia, ai trasporti e allo sport. In particolare, l'Arabia Saudita ha intenzione di costruire una nuova città e una compagnia aerea globale per diversificare l'economia dal petrolio. All'inizio dell'anno, lo Stato ha effettuato un'emissione di debito da 12 miliardi di dollari e ha trasferito miliardi dalle sue riserve in valuta estera al suo fondo patrimoniale sovrano.
Saudi Aramco comunque nel 2023 ha realizzato il secondo utile netto più alto di sempre a 121,3 miliardi di dollari, che si confronta con i 161,1 miliardi di dollari del 2022, quando però i prezzi del petrolio erano alle stelle. Il Regno ha incassato quasi l'intero dividendo distribuito dalla società e corrispondente a 97,8 miliardi di dollari (+30% rispetto al 2022).