Saudi Aramco è la compagnia energetica di proprietà del Regno saudita specializzata in varie attività che vanno dall'esplorazione, produzione, raffinazione e distribuzione di idrocarburi alla produzione di elementi chimici di base e complessi. La società statale ha la seconda più grande riserva di petrolio a livello mondiale, dopo quella del Venezuela. Il capitale sociale è quasi interamente in mano al Regno dell'Arabia Saudita, che esercita il controllo direttamente per il 90% e attraverso il Public Investment Fund o PIF - fondo sovrano saudita - per l'8%. Il resto delle azioni costituisce il flottante.
Saudi Aramco si è quotata alla Borsa di Tadawul l'11 dicembre 2019 a un prezzo IPO di 32 riyal, pari a circa 8,53 dollari, per azione. Ciò ha comportato una raccolta di oltre 25 miliardi di dollari, il che ha fatto dell'offerta pubblica iniziale della compagnia energetica saudita la più grande della storia. Le azioni hanno raggiunto un massimo storico a 39,41 riyal nel maggio del 2022, ossia nello stesso mese in cui è avvenuto il primo split azionario (l'altro esattamente un anno dopo). Al 31 dicembre 2023 la società aveva una capitalizzazione di 2.130 miliardi di dollari.
Saudi Aramco: come è organizzato il business
L'attività di Saudi Aramco è articolata essenzialmente in due settori operativi: l'Upstream e il Downstream. L'Upstream consiste in attività come esplorazione, sviluppo e produzione di petrolio greggio, condensato, gas naturale e GNL (gas naturale liquefatto). Le attività Downstream fanno riferimento soprattutto a raffinazione e produzione petrolchimica, fornitura, commercio, distribuzione e generazione di energia. In merito all'attività chimica, la società produce elementi chimici di base, tipo aromatici, olefine e poliolefine, oltre a prodotti complessi come polioli, isocianati e gomma sintetica. Nel segmento Downstream rientrano anche attività di produzione di oli base, lubrificanti e vendite al dettaglio.
Saudi Aramco: com'è andata l'attività negli ultimi 5 anni
Gli ultimi 5 anni sono stati contrassegnati da alcuni fatti che hanno impattato in maniera determinante sull'attività di Saudi Aramco. Nella primavera del 2020, contestualmente all'avvento del Covid-19, si è determinato forse il più grande shock petrolifero di sempre, con le quotazioni dei futures del petrolio che sono precipitate in territorio negativo per la prima volta nella storia. L'evento drammatico è stato determinato dallo scontro fratricida all'interno dell'OPEC+ tra i due pesi massimi del cartello, l'Arabia Saudita e la Russia, sul taglio delle quote per frenare la caduta libera del prezzo del greggio conseguente alla crisi pandemica. I due membri non si sono messi d'accordo e anzi hanno inopinatamente aumentato l'offerta per acquisire quote di mercato attraverso il calo ulteriore dei prezzi. Questa mossa è però costata cara ai due Paesi in termini di entrate e utili per il 2020. Saudi Aramco tuttavia non ha fatto venire meno la promessa di pagare un super dividendo di 75 miliardi di dollari. Promessa che ha onorato attraverso la vendita di obbligazioni.
La ripresa post-pandemica ha riportato introiti e guadagni per la compagnia, ma il vero boom è stato nel 2022, quando lo scoppio della guerra Russia-Ucraina ha innescato una crisi energetica che ha fatto volare il prezzo del petrolio. Con la stabilizzazione della domanda, derivante anche dal rallentamento economico della Cina e dall'aumento delle fonti alternative di energia rispetto ai combustibili fossili, i prezzi del greggio si sono ridotti nel 2023 e con essi i guadagni per Saudi Aramco. Di seguito diamo un'occhiata a una tabella che riporta per ogni trimestre e per ogni anno dal 2019 il fatturato e i profitti dell'azienda, nonché la redditività intesa come rapporto tra i due valori.
Valori espressi miliardi di dollari
Dallo schema si può notare un calo consistente del business nel 2020 sotto ogni profilo, la rinascita nel 2021 (si osservi in particolare un fatturato su base annua quasi triplo nel secondo trimestre) e l'exploit nel 2022, prima di un nuovo rallentamento nell'anno in corso. Tuttavia, la redditività è rimasta sempre sostenuta, grazie alla capacità di Saudi Aramco di determinare il prezzo anche nelle condizioni più critiche di mercato.