La compagnia svizzera del lusso Richemont ha presentato risultati incoraggianti nel primo semestre fiscale 2026, che si è chiuso lo scorso 30 settembre, con le vendite dell’ultimo trimestre che hanno superato le aspettative degli analisti. L’azienda ha mostrato una maggiore resilienza rispetto ai rivali nella crisi del lusso, grazie al fascino di marchi di fascia alta come Cartier e Van Cleef & Arpels. I gioielli sono considerati una sorta di bene rifugio in periodi di incertezza economica.
I risultati positivi di Richemont arrivano dopo che altri colossi del settore hanno mostrato segni di miglioramento, come LVMH, tornata a crescere, e Burberry Group, che ha registrato vendite comparabili positive nei negozi per la prima volta in due anni. In particolare, si segnala il risveglio della Cina, il cui mercato in declino è stato in gran parte responsabile della contrazione del lusso negli ultimi anni.
Risultati Richemont: i principali dati finanziari
Nei primi sei mesi dell’anno fiscale 2026, Richemont ha registrato vendite per 10,62 miliardi di euro, in crescita del 5,36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite trimestrali sono aumentate del 14%, a 5,21 miliardi di euro a tassi di cambio costanti, superando le previsioni degli analisti, che stimavano 5 miliardi di euro. Le entrate della divisione gioielli, la più grande di Richemont, sono cresciute del 14% a tassi di cambio costanti nei sei mesi terminati a settembre, mentre il consensus stimava un aumento del 10,3%.
A livello territoriale, i ricavi hanno registrato un balzo del 10% nell’area Asia-Pacifico, dominata dalla Cina. Per il principale mercato di Richemont si tratta della prima lettura positiva in quasi due anni. Una crescita ancora più forte è stata registrata nelle Americhe, dove le vendite sono aumentate del 20%.
L’azienda con sede a Bellevue, vicino a Ginevra, ha riportato un utile lordo semestrale di 6,94 miliardi di euro (margine del 65,3%), in aumento del 2,51% rispetto ai 6,77 miliardi di euro di un anno prima, sebbene il margine fosse del 67,2%. Il reddito operativo è risultato pari a 2,36 miliardi di euro (margine del 22,2%), con un incremento del 6,78% rispetto ai 2,21 miliardi di euro (margine 21,9%) del primo semestre fiscale 2025.
L’utile netto si è attestato a 1,81 miliardi di euro, quasi quattro volte i 457 milioni di euro del medesimo periodo dell’anno precedente, quando Richemont aveva registrato una svalutazione non monetaria di 1,2 miliardi di euro sulle attività detenute dal portale di lusso online YNAP, poi venduto al gruppo di rivenditori digitali MyTheresa. L’azienda ha inoltre riportato una posizione di cassa netta di 6,52 miliardi di euro, superiore ai 6,11 miliardi di euro di un anno prima.
I commenti di Rupert
“Nel primo semestre il gruppo ha registrato una notevole performance in top line, trainata da una domanda locale sostenuta, a testimonianza della forza del posizionamento delle nostre Maison, costruito con costanza nel tempo”, ha affermato Johann Rupert, presidente di Richemont.
Le prospettive, tuttavia, restano più nebulose. “Guardando al futuro, è evidente che dovremo continuare a navigare in tempi incerti, dato che i percorsi di ripresa rimangono instabili, ad esempio in Cina, e che le pressioni esterne non accennano a diminuire. La gestione dell’incertezza continuerà a richiedere agilità e disciplina, in particolare nell’affrontare confronti impegnativi”, ha aggiunto.