La luna di miele tra gli investitori e il mercato obbligazionario statunitense sembra essersi esaurita.
I rendimenti dei titoli di Stato USA a 10 anni sono tornati verso il 4%, ovvero allo stesso livello in cui si trovavano alla fine dello scorso anno. Nel mese di gennaio i rendimenti dei T-Note decennali avevano toccato un minimo del 3,374%, facendo pensare che il peggio fosse alle spalle. Le cose però sono tornate a peggiorare allorché tra gli investitori è tornata a farsi strada l'ipotesi che la
Federal Reserve continuerà nella sua campagna aggressiva di rialzi dei tassi d'interesse fino a quando l'inflazione non si sarà diretta con decisione verso l'obiettivo del 2%.
A far maturare questa idea sono stati i recenti dati sull'inflazione, che hanno evidenziato un costo della vita più elevato rispetto a quanto si aspettava il consensus. Inoltre, due importanti funzionari della Fed hanno dichiarato che le strette sul costo del denaro potrebbero tornare a essere di 50 punti base (mentre l'ultimo rialzo è stato dello 0,25%). Adesso, il mercato dei derivati mostra che gli operatori si aspettano questa estate un tasso terminale del 5,25%, mentre solo un mese fa il dato si attestava al 4,9%.
Wall Street: ecco cosa significano rendimenti alti dei Treasury
L'incremento dei rendimenti delle obbligazioni sovrane non rappresenta un bel segnale per il mercato: questo perchè una Fed molto rigida sul fronte dei tassi potrebbe essere un problema per l'intera economia.
Secondo Jim Vogel di FHN Financial, gli investitori potrebbe pensare che la Fed, con l'intento di abbattere l'inflazione, finisca per farlo con l'economia. Inevitabilmente, l'aumento dei rendimenti dei Treasury Bond li fa preferire alle azioni ed alle obbligazioni societarie. "Improvvisamente, se detieni azioni, hai necessità di ottenere di più da quegli assets", ha affermato Steve Foresti, consulente senior di Wilshire Associates. "Il capitale vuole fluire verso i rendimenti più elevati".
Quindi, bisogna aspettarsi un nuovo ciclo di vendite a Wall Street che faccia precipitare le quotazioni? L'ipotesi si ritiene probabile, ma la riunione di marzo della Fed renderà chiare le intenzioni sulla politica monetaria nei prossimi mesi e quindi potrebbe tracciare il percorso di Wall Street. Nel frattempo buona parte delle banche d'investimento ha abbassato gli obiettivi sugli indici azionari americani per questo 2023, proprio sulle attese di una Banca centrale particolarmente austera. Morgan Stanley vede l'S&P 500 a 3.000 punti entro il primo semestre di quest'anno, mentre Bank of America stima che il benchmark raggiunga 3.800 punti entro l'8 marzo.