Tramite la vendita di azioni, OpenAI potrebbe ottenere una valutazione compresa tra gli 80 ed i 90 miliardi di dollari. Secondo l'accordo, la società non emetterebbe nuove azioni, ma permetterebbe ai dipendenti di vendere le proprie. Una tale valutazione rappresenterebbe il triplo di quella che era stata data a inizio anno alla società posseduta per il 49% da Microsoft e sarebbe terza tra le start-up più apprezzate dietro SpaceX di
Elon Musk e TikTok di ByteDance.
OpenAI ha cercato di stimolare gli investitori riferendo che per quest'anno si aspetta di ottenere 1 miliardo di dollari di entrate. Cifra che sarebbe destinata a moltiplicarsi nel 2024. Secondo alcune indiscrezioni, tra gli interessati potrebbe esserci il gigante finanziario giapponese SoftBank. Con questa transazione, OpenAI riuscirà a tenere il passo dei costi sostenuti per sviluppare e mantenere alla loro massima efficienza i sistemi di intelligenza artificiale.
OpenAI: cosa significa la vendita di azioni
L'azienda guidata da
Sam Altman ha rivoluzionato il settore della nuova tecnologia quando a novembre 2022 ha rilasciato il chatbot
ChatGPT, che nell'arco di una settimana ha attirato 1 milione di utenti. La versione base dello strumento è gratuita, ma quella più potente è a pagamento con un abbonamento di 20 dollari al mese. Gli abbonati hanno la possibilità di ottenere risposte più rapide dal dispositivo, possono utilizzare il servizio anche durante le ore più critiche della giornata e dispongono dell'accesso alle nuove funzionalità. Il servizio a pagamento consente a OpenAI di generare introiti importanti, che si sommano a quelli derivanti dalla concessione in licenza dei modelli linguistici alle aziende.
Microsoft ha dato un grande contributo a gennaio, investendo fino a 10 miliardi di dollari per addestrare i modelli avanzati di intelligenza artificiale. Questa vendita di azioni potrebbe apportare denaro nelle casse della società e quindi di Microsoft, perché fisserebbe un prezzo minimo molto alto in una futura raccolta aggiuntiva di fondi. Tuttavia, il gigante di Redmond probabilmente non potrà acquistare le azioni offerte perché porterebbe la quota sopra la soglia del 50%, andando contro le intenzioni di OpenAI di lasciare Microsoft come socio di minoranza.
La società in seguito potrebbe anche avviare un aumento di capitale, nel caso occorresse nuova liquidità per sostenere i programmi di sviluppo della tecnologia che sta portando avanti. Altman però ha lasciato intendere che non c'è alcuna previsione che OpenAI sia quotata in Borsa o sia venduta. Pertanto, la vendita delle azioni esistenti deve essere considerata solo in un ambito di raccolta di capitale di routine e, nel caso specifico, un modo per i dipendenti di incassare le proprie azioni ottenendo una ricca valutazione.