La Cina ha aggirato le restrizioni americane sulle forniture di chip di fascia alta impiegati nell'intelligenza artificiale. Dai documenti delle gare di appalto è emerso che una serie di enti militari, istituti di ricerca e università si sono accaparrati dei lotti di semiconduttori Nvidia di cui il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva vietato l'esportazione.
Tra i chip oggetto di acquisto vi sono i potentissimi A100 e H100 a cui le autorità americane avevano negato l'accesso cinese a settembre 2022, nonché i più lenti A800 e H800 che Nvidia aveva sviluppato per il mercato cinese e che sono stati inseriti in black list a ottobre 2023.
Tutto ciò da un lato solleva delle reali preoccupazioni per gli Stati Uniti sull'utilizzo in ambito militare che il governo cinese potrebbe fare dei chip all'avanguardia, dall'altro sottolinea come le aziende cinesi non abbiano poi grandi alternative nonostante l'ascesa nel settore di Huawei. Ancora Nvidia, che prima dei divieti aveva in Cina una quota di mercato del 90%, mantiene di gran lunga il primato nei chip legati all'intelligenza artificiale. In sostanza, i suoi semiconduttori riescono ad elaborare una quantità enorme di dati che altri non sono capaci a fare.
La Cina ha superato le restrizioni USA sui chip: come è stato possibile?
Gli osservatori però si interrogano su come sia stato possibile per Pechino riuscire a rifornirsi delle unità di elaborazione grafica di Nvidia. In Cina, commerciare chip statunitensi è del tutto legale, il problema è semmai come farli arrivare. In realtà, al momento non è chiaro come i fornitori si siano procurati i semiconduttori del colosso americano. Sembrerebbe che il Dragone abbia creato un mercato sottotraccia attraverso società costituite in luoghi vicini come India, Taiwan e Singapore.
Bocche cucine dagli stessi fornitori per il momento, mentre un portavoce di Nvidia ha riferito che la società sta rispettando tutte le leggi applicabili sul controllo delle esportazioni e sta richiedendo anche ai suoi clienti di rispettare le regole. "Nel caso in cui dovessimo venire a sapere che un cliente ha effettuato una rivendita illegale a terzi, prenderemo provvedimenti immediati e appropriati", ha detto il portavoce.
Come rileva Chris Miller, professore esperto di tecnologia legata ai chip, questi prodotti sono piccoli e quindi "possono essere facilmente contrabbandati". Ne consegue che "non è realistico pensare che le restrizioni americane siano a prova di bomba", ha aggiunto.
Chip: chi ha comprato
Gli acquirenti cinesi sono di diversa natura, soprattutto in ambito militare. L'Harbin Institute of Technology ha acquistato sei chip A100 a maggio per addestrare un modello di deep learning. Mentre l'University of Electronic Science and Technology ha fatto lo stesso nel dicembre 2022. Entrambi sono finiti sotto accusa dal governo statunitense per il coinvolgimento in questioni militari contrarie all'interesse degli Stati Uniti.
A dicembre dello scorso anno invece l'Università di Tsinghua si è accaparrata due chip H100, mentre dai divieti del 2022 ha effettuato l'acquisto di circa 80 chip A100. Tra gli altri enti che sono riusciti a procurarsi i semiconduttori vale la pena di citare anche un laboratorio gestito dal Ministero dell'Industria e della Tecnologia dell'Informazione, che ha effettuato un acquisto dell'H100.