In rosso di circa il 42%, le
azioni Nikola Corporation sono subissate da una grandinata di vendite nelle contrattazioni pre-market di Wall Street
. A innescare la furia ribassista un'indiscrezione riportata dal Wall Street Journal, secondo cui la casa automobilistica americana starebbe per
dichiarare bancarotta.
In realtà, il quotidiano statunitense ha riferito che il produttore di camion a idrogeno starebbe considerando varie soluzioni per affrontare la sua difficile situazione finanziaria con lo studio legale Pillsbury Winthrop Shaw Pittman. Tra le opzioni, troviamo la vendita e la ristrutturazione attraverso il Chapter 11 della legge fallimentare USA.
Nikola: il triste epilogo di una crisi di lunga data
Nikola naviga in brutte acque da diversi anni. Approdata al Nasdaq a giugno del 2018 con grandi premesse e aspettative, l'azienda con sede a Phoenix ha praticamente decuplicato il suo valore di mercato in un paio di anni. Gli investitori erano affascinati dai piani rivoluzionari della società nel settore dei trasporti con la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno.
Nel 2020, però, è arrivata la bufera che ha invertito il corso delle azioni. L'hedge fund Hindenburg Research ha avviato un violento short selling sulla base di un rapporto secondo cui la società avrebbe mentito sullo stato della tecnologia del suo pick up elettrico.
In sostanza, in un video, l’azienda americana mostrava un camion che viaggiava ad alta velocità, ma in realtà il veicolo, a motore spento, si muoveva grazie alla pendenza della strada. Al riguardo, il fondatore e Amministratore delegato Nikola, Trevon Milton, è stato condannato a quattro anni di prigione per frode.
Le difficoltà del settore delle auto negli ultimi anni hanno contribuito ad aggravare una situazione molto problematica per Nikola. Alla fine di settembre 2024, le disponibilità liquide e gli equivalenti di cassa dell'azienda sono precipitate bruscamente a 198,3 milioni di dollari, dai 464,7 milioni di dollari di fine 2023. Questo nonostante le vendite record di 88 camion elettrici a celle a combustibile a idrogeno e un aumento di quasi il 350% anno su anno nell'erogazione di idrogeno presso le sue stazioni.
La perdurante crisi di liquidità ha però fatto scattare un ulteriore segnale di allarme, con la società che è ricorsa a una ricapitalizzazione per 100 milioni di dollari e all'emissione di obbligazioni convertibili con scadenza del 2026 per altri 200 milioni di dollari. Nel frattempo il titolo in Borsa è sprofondato a 75 centesimi di dollari, perdendo quasi interamente il suo valore dal debutto a Wall Street. Quest'anno il crollo finora è risultato del 36,76%, che si aggiunge a una debacle del 95,46% del 2024.