L'avventura di Twenty One Capital a Wall Street inizia con il piede sbagliato. Nelle contrattazioni pre-market del loro primo giorno al NYSE, le azioni della società sostenuta da Tether stanno perdendo circa un quarto del loro valore. L'azienda è nata nel 2024 tramite una fusione con la SPAC Cantor Equity Partners, che le ha permesso di quotarsi in Borsa a partire da oggi con il ticker XXI.
Sorta per investire in Bitcoin, probabilmente ha scelto un momento non ideale per farlo, considerando che la principale criptovaluta sta attraversando un periodo critico. Il prezzo del Bitcoin, infatti, è crollato a circa 90.000 dollari dai massimi storici di ottobre di 126.187 dollari e ora rischia di chiudere l'anno in negativo per la prima volta dal 2022.
Diverse società quotate hanno incentrato il proprio business sulle criptovalute, anche se inizialmente erano nate per attività completamente diverse. Tra tutte spicca Strategy di Michael Saylor, a cui molte altre aziende si sono ispirate. Questa tendenza è stata favorita dalla posizione crypto-friendly del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In questo momento, però, l'assenza di veri catalizzatori sta mettendo sotto pressione il mercato, in particolare Bitcoin, dopo un lungo rally straordinario.
Twenty One Capital: chi è e cosa fa
Twenty One Capital è una società giovane, ma il suo nome circola già con insistenza tra investitori, analisti e appassionati di criptovalute. A differenza delle aziende tradizionali che si sono avvicinate al mondo digitale solo in una fase successiva, Twenty One è nata fin dall’inizio con un’identità molto chiara: essere una realtà “Bitcoin-native”. In altre parole, non utilizza Bitcoin come semplice diversificazione di portafoglio, ma lo considera il cuore stesso del proprio modello di business.
La quotazione in Borsa le ha permesso di trasformarsi in un veicolo d’investimento accessibile anche a chi, pur non volendo acquistare criptovalute direttamente, desidera esporsi all’andamento di Bitcoin tramite un’azione quotata. È una formula che, non a caso, sta attirando sia investitori retail sia istituzionali.
Il patrimonio dell’azienda è quasi interamente composto da Bitcoin: ad oggi ne detiene 43.500, secondo quanto riportato dalla piattaforma americana The Block. Questo la rende il terzo più grande possessore aziendale di criptovalute al mondo. Sulla base dei calcoli di Reuters, le sue partecipazioni valgono più di 3,97 miliardi di dollari, considerando l’ultimo prezzo di chiusura di Bitcoin pari a 91.350,84 dollari.
Twenty One è controllata in maggioranza dal gigante delle stablecoin Tether e dall’exchange Bitfinex, mentre la giapponese SoftBank Group detiene una quota di minoranza. La presenza di investitori così rilevanti conferisce ulteriore peso all’iniziativa. Ciò che rende Twenty One Capital interessante, però, è il suo ruolo in un momento in cui Bitcoin sta entrando sempre più nel mondo finanziario regolamentato. In un settore spesso percepito come complesso o rischioso, l’azienda offre un ponte tra due mondi: la cultura delle criptovalute e l’ecosistema degli investimenti tradizionali.