La settimana borsistica appena trascorsa è stata caratterizzata dalle trimestrali delle Big Tech. Dalla pubblicazione dei risultati è emerso un messaggio inequivocabile: quest'anno la spesa per l'intelligenza artificiale raggiungerà livelli esorbitanti. Secondo le stime, i quattro maggiori gruppi Internet americani - Microsoft, Meta Platforms, Amazon e Alphabet - supereranno i 200 miliardi di spesa in conto capitale, con un aumento di oltre il 40% sul 2023.
La gran parte di tale spesa è attribuibile ai
data center costruiti per elaborare l'enorme quantità di dati che richiede la nuova tecnologia. Gli investimenti non sono limitati all'infrastruttura, ma si riferiscono anche ai chip di fascia alta necessari per gestire la potenza delle informazioni, nonché ai contratti per l'energia che deve alimentare tutta la struttura. A quest'ultimo proposito, le Big Tech hanno rispolverato il nucleare attraverso accordi con diverse aziende nel settore (
Anche Google e Microsoft puntano sul nucleare per i data center).
Il punto focale in tutto questo, e che sta tenendo in apprensione gli investitori, è se gli sforzi compiuti dalle grandi aziende tecnologiche alla fine avranno un ritorno soddisfacente in termini economici e dopo quanto tempo. Qualcuno comincia a essere perplesso. "Qual è il vero vantaggio?" ha detto Jim Tierney, Chief Investment Officer di AllianceBernstein, esprimendo una preoccupazione comune. "Tutte queste aziende stanno spendendo un'enorme quantità di denaro, con un conseguente colpo ai margini di profitto che diventerà più evidente nel 2025".
Intelligenza artificiale: chi vince e chi perde tra le Big Tech
Dopo la pubblicazione delle trimestrali, il mercato però ha reagito in maniera differente poiché, sebbene il problema sia comune, la realtà aziendale non è identica. Le aziende punite da Wall Street sono state Microsoft e Meta Platforms. Al contrario, Alphabet e Amazon hanno visto le azioni impennarsi. Vediamo cosa spiega questa differenza.
Microsoft ha speso nel trimestre di settembre 14,9 miliardi di dollari, in aumento del 50% su base annua. Ma a spaventare i mercati è stato l'annuncio che la crescita del cloud diminuirà nel quarto trimestre per via soprattutto dei vincoli di fornitura. In sostanza, il problema per Microsoft non è dovuto al fatto che non ci sia domanda per il suo cloud e la sua AI (Artificial Intelligence), ma perché l'azienda non è stata in grado di soddisfarla in maniera sufficientemente rapida. "I data center non si costruiscono da un giorno all'altro", ha affermato l'Amministratore delegato Satya Nadella.
Tuttavia, c'è un aspetto che non va trascurato. Le entrate di Microsoft generate dall'intelligenza artificiale stanno per raggiungere i 10 miliardi di dollari annualizzati, ha riferito l'azienda. Questo equivale a un traguardo che nessun altro ha eguagliato con la stessa rapidità. Tra l'altro, come afferma Brent Thill, analista di Jefferies, tale cifra è una "rara rivelazione dei reali benefici che potrebbero iniziare a fluire dall'intelligenza artificiale generativa". L'esperto ha aggiunto che poche altre società hanno mostrato concretamente gli effetti dell'AI sulle loro entrate ed è per questo che i mercati sono preoccupati in merito ai costi. Da tutto questo emerge, in definitiva, che il problema di questa trimestrale di Microsoft non è tanto nel ritorno dell'AI, ma nella sua attuale incapacità di soddisfare una domanda esplosiva, con una prospettiva per la crescita dei ricavi dal cloud deludente.
L'altra società bocciata dagli investitori è Meta Platforms, che ha dichiarato un
Capex potenziale quest'anno fino a 40 miliardi di dollari. L'Amministratore delegato
Mark Zuckerberg ha avvertito gli investitori che i risultati degli investimenti nell'AI si vedranno con maggiore lentezza rispetto alle altre Big Tech che investono nei data center. Tuttavia, queste spese "sono fondamentali per il futuro dell'azienda e rappresentano un'opportunità unica", ha sottolineato il top manager. In ogni caso, "stanno migliorando l'attività principale dell'azienda di vendita della pubblicità sulle piattaforme Facebook e Instagram", ha aggiunto.
Ma allora perché gli investitori sono nervosi? Secondo Jasmine Enberg, analista di Emarketer, mentre aspettano i ritorni sulle più grandi scommesse AI, vedono segnali di debolezza nel settore pubblicitario. Meta comunque ha avvertito che nel 2025 ci sarà un'accelerazione significativa della crescita delle spese infrastrutturali, con la nuova flotta di data center che porterà a un aumento degli oneri di ammortamento e dei costi operativi.
Il mercato ha apprezzato invece la trimestrale di Alphabet, nonostante il budget in conto capitale dell'azienda abbia superato le aspettative e per il 2025 sia previsto un aumento delle spese. La società ha però battuto di netto le aspettative sugli utili, proprio grazie alla forza della crescita dell'unità di cloud computing.
Anche Amazon ha superato l'esame dei mercati, quantunque preveda una spesa in conto capitale record di 75 miliardi di dollari per il 2024. Il colosso di Seattle ha registrato margini di profitto incoraggianti che non vedeva dai tempi della pandemia, mentre ha dichiarato che l'estensione della vita utile dei suoi server di un anno ha aumentato i margini della divisione cloud del 2% nel trimestre. Andy Jassy, il Ceo di Amazon, ha definito l'intelligenza artificiale un "tipo di opportunità davvero insolitamente grande, forse irripetibile".