Le azioni di Exxon Mobil e Chevron sono in rialzo all'apertura delle contrattazioni di Wall Street di oltre due punti percentuali grazie alle trimestrali che hanno battuto le aspettative degli analisti. Questo nonostante una diminuzione dei profitti nel terzo trimestre a causa dei prezzi più bassi delle materie prime e del calo dei margini di raffinazione. Il problema è che il termine di paragone con il 2022 e il 2023 è molto impegnativo, per via delle eccezionali performance conseguite in quegli anni con i prezzi di gas e petrolio decisamente più alti rispetto a oggi.
I top manager della prima e seconda compagnia energetica degli Stati Uniti hanno sottolineato come non siano state solamente le quotazioni dei combustibili a incidere sui risultati trimestrali, ma anche i margini di raffinazione. "Il più grande fattore che abbiamo visto anno dopo anno sono i margini di prezzo del settore, sempre più lontani dai massimi storici", ha detto il Direttore finanziario di Exxon, Kathy Mikells.
Considerazioni simili sono state espresse dall'Amministratore delegato di Chevron, Mike Wirth. "Sia il petrolio che i margini sono stati straordinariamente forti nel terzo trimestre dello scorso anno e non molto forti quest'anno", ha affermato.
Exxon: la produzione più alta degli ultimi 40 anni
Con oltre 3,2 milioni di barili al giorno, Exxon ha raggiunto la produzione di petrolio più alta in oltre 40 anni. I ricavi dell'ultimo trimestre sono ammontati a 90,02 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto ai 90,76 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2023. Gli analisti si aspettavano 93,94 miliardi di dollari di entrate. Come detto, il problema non è nella produzione ma nei prezzi più bassi del greggio.
L'utile netto è risultato di 8,61 miliardi di dollari, in contrazione rispetto ai 9,07 miliardi di dollari del terzo trimestre dello scorso anno. L'utile per azione in versione rettificata è ammontato a 1,92 dollari, battendo le aspettative degli analisti a 1,88 dollari.
"Questo trimestre è uno dei migliori che abbiamo avuto nell'ultimo decennio", ha affermato il Ceo Darren Woods. "Nell'upstream vediamo volumi record provenienti da asset come la Guyana e il Permiano". Exxon ha restituito 9,8 miliardi di dollari agli azionisti nel trimestre e ha aumentato il dividendo del quarto trimestre a 0,99 dollari per azione, il che significa un rendimento trimestrale dello 0,84% rispetto all'ultimo prezzo di chiusura delle azioni di 116,78 dollari.
Chevron restituisce agli azionisti la cifra record di 7,7 miliardi
Anche Chevron ha battuto le aspettative sugli utili, il che le ha permesso di restituire agli azionisti una quantità record di liquidità. La compagnia con sede a San Ramon ha realizzato vendite per 50,67 miliardi di dollari, in calo del 6,33% su base annua ma migliori delle attese degli analisti (48,99 miliardi di dollari). Chevron ha prodotto 3,36 milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno nel quarto trimestre, segnando un aumento del 7% rispetto al terzo trimestre del 2023, grazie alla produzione record nel bacino Permiano.
L'utile netto della major ha subìto un crollo del 31,56%, passando da 6,56 miliardi di dollari del quarto di settembre dello scorso anno a 4,49 miliardi di dollari del terzo trimestre dell'anno in corso. Anche qui però i risultati sono migliori delle attese se si considera l'utile per azione rettificato, che si è attestato a 2,51 dollari a fronte di 2,43 dollari stimati dal consensus. Chevron ha distribuito agli azionisti la cifra record di 7,7 miliardi di dollari nel trimestre, di cui 4,7 miliardi di dollari in riacquisti di azioni e 2,9 miliardi di dollari in dividendi.
Un'altra notizia che è stata accolta positivamente dal mercato è il potenziale taglio di posti di lavoro negli Stati Uniti da parte dell'azienda nell'ambito di un nuovo piano di riduzione dei costi. "I 3 miliardi di dollari di risparmi sui costi strutturali mirati proverranno dalla vendita di asset, dall'uso di nuove tecnologie e dai cambiamenti del flusso di lavoro", ha dichiarato il CEO Wirth.