Foxconn, il colosso taiwanese dell’elettronica e principale fornitore globale di servizi di assemblaggio, ha riportato ricavi record nel secondo trimestre del 2025, spinti dalla forte domanda di prodotti legati all’intelligenza artificiale.
Tuttavia, l’azienda - conosciuta ufficialmente come Hon Hai Precision Industry - ha messo in guardia su potenziali rischi legati all’instabilità geopolitica e ai tassi di cambio. Vediamo tutti i dettagli.
Foxconn: i risultati del secondo trimestre
Nel periodo compreso tra aprile e giugno, i ricavi di Foxconn sono aumentati del 15,82% su base annua, raggiungendo i 1.797 trilioni di dollari taiwanesi (circa 55 miliardi di dollari statunitensi). Il dato ha superato anche le attese degli analisti, che secondo l’indicatore SmartEstimate di LSEG, avevano previsto ricavi per 1.7896 trilioni.
A trainare la performance è stato il boom della domanda per le soluzioni AI, in particolare nel segmento dei prodotti per il cloud e le infrastrutture di rete. Foxconn collabora infatti con grandi nomi del settore, tra cui il produttore di chip Nvidia, sempre più centrale nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.
Il comparto dell’elettronica di consumo, che include anche l’assemblaggio degli iPhone per Apple, ha mostrato una crescita stabile ma modesta rispetto allo scorso anno, influenzata in parte dalle fluttuazioni valutarie. Il mese di giugno si è chiuso con un record mensile assoluto di ricavi per Foxconn, pari a 540,2 miliardi di TWD (+10,09% su base annua), segnando un nuovo massimo storico per il periodo.
Foxconn: attesa positiva per il 3° trimestre, ma non mancano i rischi
Nonostante i risultati positivi, l’azienda ha invitato alla prudenza per i prossimi mesi, citando l’incertezza globale. “L’impatto delle condizioni politiche ed economiche globali in continua evoluzione e dei cambiamenti nei tassi di cambio richiederà un attento monitoraggio”.
Le preoccupazioni si inseriscono in un contesto di crescente tensione commerciale. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha infatti annunciato nuove misure tariffarie verso 12 Paesi, tra cui la Cina, con una formula “take it or leave it” che potrebbe avere un impatto sugli scambi globali.
Un punto nevralgico per Foxconn è lo stabilimento di Zhengzhou, in Cina, che ospita la più grande fabbrica di iPhone al mondo. Le eventuali ripercussioni sul commercio tra Washington e Pechino rappresentano dunque un rischio concreto per il futuro operativo dell’azienda.
Foxconn non fornisce previsioni numeriche dettagliate, ma ha confermato che si attende una crescita dei ricavi anche nel terzo trimestre, sia rispetto al trimestre precedente sia allo stesso periodo del 2024. I risultati finanziari completi saranno pubblicati il 14 agosto.
Trimestrale Foxconn: le implicazioni per Apple
Le performance record di Foxconn nel secondo trimestre suggeriscono una tenuta robusta della catena di fornitura di Apple, di cui l’azienda taiwanese è il principale assemblatore di iPhone. Tuttavia, le tensioni geopolitiche e le fluttuazioni valutarie rappresentano un rischio anche per Apple, che dipende in larga parte proprio da Foxconn per la produzione dei suoi dispositivi di punta.
Eventuali interruzioni o rincari legati alle tariffe imposte dagli Stati Uniti o a un'escalation delle tensioni con la Cina potrebbero riflettersi direttamente sui costi e sulle tempistiche di consegna dei nuovi iPhone, incidendo sulla marginalità e sulla competitività globale del colosso di Cupertino.