Le
azioni Fossil Group sprofondano nelle contrattazioni pre-market di Wall Street perdendo quasi il 40% del loro valore. A innescare il sell-off è stato l'annuncio del produttore statunitense di orologi di lusso della
proroga di una settimana per scambiare obbligazioni senior in scadenza nel 2026 con nuovi titoli. L'exchange ha la finalità di ridurre un indebitamento elevato, che a inizio luglio ha raggiunto la cifra di 179 milioni di dollari.
Già la scorsa settimana Fossil aveva procrastinato la scadenza a oggi. Una mossa che non era stata presa bene dagli investitori. Tuttavia, ieri il titolo a Wall Street era balzato del 41% sulle indiscrezioni di una possibile quotazione in Borsa della divisione indiana di Fossil, che avrebbe comportato una raccolta di 400 milioni di dollari. La stessa Fossil però ha smentito oggi le voci, inasprendo ulteriormente il sentiment del mercato.
Fossil: una situazione difficile
Da anni la società con sede a Richardson, nel Texas, è sotto pressione per via del calo delle vendite. Il portafoglio include altri marchi oltre Fossil, tra cui Michele e Skagen, in aggiunta a brand in licenza come Armani Exchange e Tory Bursch.
La situazione è critica al punto che l'azienda, come annunciato a marzo, ha attuato un piano di risparmi da 100 milioni di dollari nel 2025 che comporta licenziamenti dei lavoratori e chiusure dei negozi. A questo si unisce a una ristrutturazione del debito ed il focus sui mercati internazionali.
Il mercato ha apprezzato le intenzioni dell'azienda, tant'è che le azioni hanno più che raddoppiato il loro valore da inizio anno dando una capitalizzazione alla società di poco più di 200 milioni di dollari.
Niente quotazione per l'unità indiana
Il mercato ha espresso la sua delusione per la mancata quotazione dell'unità indiana di Fossil Group. O almeno per la smentita della capogruppo. Secondo i documenti societari, Fossil India ha prodotto ricavi per 8,68 miliardi di rupie e un utile netto di 704 milioni di rupie nell'esercizio fiscale che si è chiuso il 31 marzo 2024.
Un debutto in Borsa avrebbe potuto attirare la domanda in fermento da parte di investitori locali e internazionali, come dimostrato da alcune multinazionali che recentemente hanno quotato le loro divisioni indiane. Ad esempio, Hyundai Motor ha raccolto 3,3 miliardi di dollari nel suo debutto record, mentre LG Electronics ha chiuso un'
IPO da 1,3 miliardi di dollari.