La divergenza di politica monetaria tra la
Banca Centrale Europea e la
Federal Reserve sta alimentando nuovamente le speculazioni sulla possibilità che l'
EUR/USD torni verso la parità nei prossimi mesi. Da diverso tempo non si parlava più di questa eventualità, in quanto si era convinti che la Banca centrale americana avrebbe invertito quest'anno la sua linea politica in senso accomodante con il calo dell'inflazione e le prospettive di un rallentamento dell'economia statunitense.
Oggi uno scenario del genere non è più preconizzato, quantunque la Fed abbia confermato nell'ultima riunione di marzo di voler tagliare per tre volte il costo del denaro nel 2024. I mercati degli swap sui tassi non sono allineati e ora scontano al massimo due rialzi entro la fine di quest'anno, con il primo che partirebbe da settembre. A sostenere questa aspettativa è il fatto che l'economia a stelle e strisce finora ha dato sfoggio di straordinaria resilienza, nonostante tutte le pressioni ricevute con la campagna di inasprimento della Fed iniziata a marzo del 2022 e con le tensioni geopolitiche tra USA e Cina e derivanti dalle guerre in Medio Oriente e Ucraina. Per di più, l'inflazione negli Stati Uniti si mostra ancora ostica, con l'ultima lettura che ha riportato un indice dei prezzi al consumo al 3,2%, ben lontano dall'obiettivo di lungo periodo della Banca centrale al 2%.
Al contrario, c'è piena fiducia che la BCE si muoverà presto. In Europa, l'economia è a pochi passi da una recessione e il costo della vita si è raffreddato al punto che il target del 2% è ormai ben visibile. Quasi sicuramente l'Eurotower non inizierà a tagliare prima di giugno, poiché vorrà prima vedere i dati sul mercato del lavoro di maggio. Rimosso questo ostacolo, però, non ve ne sono altri di mezzo. Le dichiarazioni dei membri del Consiglio direttivo vertono nella direzione "giusta" e, diversamente da quanto accaduto in passato, sarà la BCE a tracciare il percorso di politica monetaria rispetto alla Fed.
I mercati monetari confermano in pieno questo scenario, scontando che la BCE taglierà i tassi di 85 punti base nel 2024, rispetto ai circa 60 punti base della collega dell'altra sponda dell'Atlantico.
EUR/USD: parità in vista?
La conseguenza di tutto questo in teoria sarebbe un
indebolimento dell'euro e un rafforzamento del dollaro USA. In questo momento, l'
EUR/USD viaggia intorno a 1,085 ed è reduce da diverse sedute in rialzo dai minimi del 2 aprile a 1,0724. Gli economisti, però, prevedono che nel tempo la differenza di atteggiamento verso i tassi di BCE e Fed spingerà il cambio verso la parità, livello che non si vede dall'invasione della Russia nei confronti dell'Ucraina.
Tra i sostenitori di questa ipotesi vi è Geoffrey Yu, senior strategist di Bank of New York Mellon, secondo cui la parità potrebbe giungere quest'anno e la BCE potrebbe tagliare i tassi addirittura nel meeting di questo giovedì.
Moritz Kraemer, capo economista e della ricerca presso LBBW Bank stima che l'EUR/USD possa scivolare a 1,01 entro il 2025. "Il dollaro passerebbe attraverso la parità come un coltello caldo nel burro se la Fed mantenesse i tassi mentre la BCE allenta", ha dichiarato.
A vedere debolezza nella moneta unica c'è anche Athanasios Vamvakidis, strategist di Bank of America, che addirittura ipotizza lo scenario in cui l'euro scende sotto la parità in caso di un nuovo shock energetico.
A giudizio di Samuel Zief, strategist di J.P. Morgan Private Bank, "ogni taglio più che la BCE effettua rispetto alla Fed può innescare un movimento dell'1% nel tasso di cambio euro-dollaro".
Le opinioni degli esperti di mercato, tuttavia, stridono con quanto attualmente risulta dal mercato delle opzioni, secondo cui esiste una probabilità solo del 15% che l'euro si indebolisca a tal punto da quotare quanto il biglietto verde.