ENI: l'IPO Plenitude potrebbe arrivare già nel 2023 | Investire.biz

ENI: l'IPO Plenitude potrebbe arrivare già nel 2023

04 lug 2023 - 11:01

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L'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, ha fatto sapere che la quotazione di Plenitude potrebbe avvenire anche nell'anno corrente. Vediamo i dettagli

L'IPO di Plenitude potrebbe avvenire già nel 2023, "se si aprisse una finestra di mercato favorevole". È quanto ha affermato l'Amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, in occasione dell'evento Sustainable Future Forum 2023 organizzato da Class Editori. Il top manager del colosso energetico italiano ha comunque precisato che l'ipotesi più probabile è quella di una quotazione nel 2024. "Plenitude per noi è molto strategica, e andare in Borsa vuol dire valorizzarla e avere risorse ulteriori da investire nel progetto strategico delle rinnovabili", ha detto.
 
Da diverso tempo si parla dello spin-off dell'unità di ENI focalizzata sulla commercializzazione di gas, energia e rinnovabili. Secondo alcune fonti di stampa, il Cane a sei zampe avrebbe intensificato le trattative con diversi investitori per vendere una quota tra il 5% e il 15%. I possibili candidati all'acquisizione sarebbero HitecVision e il fondo Energy Infrastructure Partners. Tuttavia, dismettere una piccola parte del capitale non contrasterebbe con l'IPO di Plenitude, che nel 2022 ha generato un Ebitda di 652 milioni di euro.
 
 

ENI: obiettivo transizione energetica

Gli investitori stanno scalpitando perché dallo scorporo potrebbe nascere un soggetto che permetterà di fornire nuove risorse da destinare al passaggio verso le rinnovabili. Il modello di ENI infatti prevede la creazione di entità indipendenti, come Plenitude appunto, che possono essere valorizzate tramite cessioni di quote di minoranza liberando risorse per la transizione energetica.
 
Soprattutto ora che il Paese si sta smarcando dalla Russia per quel che riguarda la fornitura di gas. "La situazione di mancanza di gas è rientrata, ma un Paese non è mai tranquillo se non produce la risorsa che consuma di più. Noi come ENI abbiamo diversificato come geografie e come punti di accesso all'energia", ha dichiarato Descalzi. La società controllata dallo Stato ora esplora energia, che arriva da giacimenti il cui gas è di ENI, mentre prima veniva importato da Mosca. Quindi, "l'Italia può averlo sempre e senza brutte sorprese", ha chiarito il CEO.
 
Un buon contributo per soddisfare il fabbisogno energetico proverrà dai rigassificatori. Piombino è stato un passo importante, secondo Descalzi. "Entro fine anno arriveremo a rimpiazzare l'80% di gas", ha detto.
 
 

ENI: in arrivo nuove acquisizioni?

Il mese scorso ENI ha acquistato Neptune Energy Group Limited, insieme a Vår Energi, società norvegese di cui detiene il 63% delle azioni, per circa 5 miliardi di dollari. Il closing dell'operazione dovrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2024, per una società che "produce all'80% gas e che ha un modello perfettamente sinergico a quello di ENI", sottolinea Descalzi.
 
La domanda è se questo potrebbe aprire le porte ad altre acquisizioni della compagnia energetica fondata da Enrico Mattei. Descalzi precisa che Neptune è un caso a sé, che rientra in una fase di crescita organica in cui l'azienda si sta concentrando sulle esplorazioni. Tuttavia, l'Ad non esclude altre operazioni simili, in linea con il Piano Strategico dell'azienda. 
 
 
 

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