Dal 5 giugno, Overstock ha accresciuto di quasi due terzi la sua capitalizzazione di Borsa. Quel giorno è venuta fuori la notizia che il rivenditore di articoli in liquidazione era tra gli offerenti per la proprietà intellettuale di Bed Bath & Beyond, la catena americana di negozi al dettaglio che ha chiesto la protezione del Chapter 11 della legge fallimentare USA. Overstock è poi risultata vincitrice e la scorsa settimana ha ultimato l'operazione.
Le azioni in Borsa di conseguenza hanno registrato un forte rialzo, anche alla luce del fatto che l'acquisizione per la società con sede a Midvale, in Utah, è costata solo 21,5 milioni di dollari. L'accordo infatti consegna ad Overstock il sito Web e il dominio di Bed Bath & Beyond, e aggiunge il database dei clienti e tutti i dati del programma fedeltà. Il dominio è già attivo in Canada, mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti, secondo il piano dell'azienda, bisognerà aspettare il mese di agosto.
Overstock: vanno comprare le azioni in Borsa?
Il punto ora è vedere quanto sarà effettivo il vantaggio per Overstock e soprattutto quanto ciò potrà riflettersi in ulteriore valore in Borsa. Dopo i recenti rialzi, le azioni sono scambiate a 0,68 volte le vendite a termine. Questo valore è scontato del 18% rispetto al rivale più grande Wayfair, ma il divario non deve ingannare perché nell'ultimo quinquennio si è attestato al 54%. Giocoforza, il titolo potrebbe essere meno economico di quel che sembra.
Seguendo le stime degli analisti, non vi è molta certezza su quelle che possono essere le vendite incrementali per Overstock dopo l'accordo con Bed Bath & Beyond. Anna Adreeva, analista di Needham, prevede entrate ulteriori per 160 milioni di dollari il prossimo anno, mentre Jonathan Matuszewski di Jefferies si spinge oltre e stima un incremento di 500 milioni di dollari.
Per l'Amministratore delegato Jonathan Johnson, l'acquisizione di un
programma di fidelizzazione dei clienti potrebbe essere una strategia vincente che rientra nel piano della società di allargare il suo bacino di utenza. Tuttavia, ci sono due motivi per cui la cautela è d'obbligo.
Innanzitutto, vendere beni per la casa in questo periodo è diventato più difficile per almeno tre ragioni. In primis perché la concorrenza si è fatta particolarmente aggressiva e presumibilmente in futuro sarà ancora più feroce. In secondo luogo da un anno e mezzo a questa parte i consumatori hanno diminuito la loro spesa discrezionale a causa dell'aumento dei prezzi. Infine perché il mercato immobiliare in flessione ha ridotto il numero di compravendite di abitazioni.
Il secondo motivo che induce alla prudenza riguarda il fatto che rivitalizzare marchi andati in rovina è un'impresa che non di rado è destinata a fallire, sia per le difficoltà finanziarie che bisogna affrontare sia per le questioni legali dovute alla ristrutturazione e non solo.