La curva dei rendimenti USA da quasi un anno segnala che è in arrivo una recessione. Questo perché i tassi a breve termine sono sistematicamente più alti di quelli a lungo termine. Il fenomeno, noto come inversione della curva, rappresenta un'anomalia. Di norma, infatti, gli investitori chiedono rendimenti più alti per i bond a scadenze più lunghe in quanto aumenta l'incertezza, mentre si accontentano di ritorni più bassi per una durata inferiore poiché hanno maggiormente sotto controllo la situazione.
Quando ciò non avviene, significa che l'economia americana andrà incontro a una flessione che costringerà la
Federal Reserve a tagliare i tassi alla lunga per rilanciare l'economia.
Dal 1950 ad oggi, la curva dei rendimenti USA invertita ha preceduto una recessione.
Curva dei rendimenti USA invertita: la situazione attuale
Oggi il rendimento dei Treasury Bond a 2 anni supera di oltre l'1% l'equivalente titolo a 10 anni. Ancora più largo è il divario tra i T-Note a 6 mesi e quelli a 10 anni, che ha raggiunto oltre 170 punti base. Ciò certifica l'inversione più grande dagli anni '70-80, quando, come ora, gli Stati Uniti si trovavano a fronteggiare un lungo periodo di elevata inflazione e di aumento dei tassi d'interesse da parte della Banca Centrale americana.
Se si fa riferimento ai dati statistici del Dow Jones, che segnalano come inversioni dei rendimenti 2-10 anni hanno preceduto recessioni con una tempistica da sette mesi a due anni, si evince che una contrazione economica è in arrivo nel breve termine. La situazione potrebbe anche peggiorare, perché la Fed a partire da luglio ha in programma di riprendere l'aumento dei tassi d'interesse con almeno un'altra stretta da un quarto di punto, il che spingerebbe in alto i rendimenti nel breve.
Il prolungamento di questo status, che dura da luglio 2022, mette sotto pressione le banche, che normalmente si indebitano a breve con i depositi dei clienti e prestano a lungo termine con mutui e finanziamenti. Quindi, si trovano a incassare di meno in rapporto a quanto pagano, in termini di interessi, rispetto a una condizione di normalità della curva.
Ecco perché Wall Street ignora i segnali recessivi
Gli investitori però continuano a ignorare i messaggi che sopraggiungono dalla curva invertita, con le Borsa americana che seguita nella sua intonazione positiva dagli ultimi mesi del 2022. Perché?
Una possibile spiegazione è che l'eventuale recessione non è attesa così profonda. Infatti, la curva dei rendimenti segnala l'arrivo di una flessione economica, ma non dice nulla in merito a quanto grave essa possa essere. In sostanza, Wall Street reputa che quanto potrà accadere all'economia statunitense abbia poco a che fare con le ultime recessioni scaturite dalla grande crisi del 2008 e dalla pandemia del 2020.
Ciò significa che gli utili societari rimarranno alti nei prossimi trimestri e la crisi bancaria non sarà così feroce da comportare una stretta creditizia tale da far scoppiare una bolla. A ciò si aggiunge che gli investitori sono convinti che l'inflazione tornerà presto verso gli obiettivi del 2%, come dimostra la netta discesa a partire dalla fine dello scorso anno (sebbene l'IPC core si mantenga particolarmente ostico).
"La curva dei rendimenti dei Treasury racconta una storia importante ma incompleta sul rischio di imminente recessione dell'economia statunitense", ha scritto Nicholas Colas, co-fondatore di DataTrek Research. "La politica monetaria è volutamente restrittiva al momento perché la forza del mercato del lavoro sta ancora alimentando pressioni inflazionistiche. Il fatto che gli spread 3m/10y e 2y/10y siano in territorio molto insolito rappresenta il modo in cui la Fed affronta questo problema". L'esperto sostiene anche che il rallentamento dell'economia potrebbe essere attenuato proprio dalla forza del mercato del lavoro, e questo determinerebbe una recessione breve e lieve.
A giudizio di Chris Senyek, strategist di Wolfe Research, "gli investitori dei mercati azionari stanno in gran parte 'guardando oltre' questo classico segnale di recessione".