La Cina prende di mira le importazioni del brandy francese, avviando un'indagine antidumping e alzando lo scontro con l'Europa dopo le strette di Bruxelles sulle auto elettriche. A settembre, la Commissione Europea aveva iniziato un'inchiesta anti-sovvenzioni sugli acquisti dei veicoli elettrici dalla Cina, con la Francia che ha esercitato un ruolo fondamentale nelle misure europee. Ora è arrivata la ritorsione di Pechino, che aveva attaccato duramente le mosse dell'UE parlando di "abuso di rimedi commerciali".
Secondo quanto affermato oggi dal Ministero del Commercio cinese, l'indagine sul brandy è stata sollecitata da alcuni produttori nazionali e dovrebbe essere completata entro l'anno in corso, anche se non è esclusa un'estensione per ulteriori sei mesi.
La reazione in Borsa delle azioni coinvolte nel settore dei liquori è stata perentoria. I produttori
Rémy Cointreau e
Pernod Ricard stanno perdendo a Parigi rispettivamente l'11% e il 5%. Anche il titolo del colosso del lusso
LVMH, proprietario del marchio di cognac Hennessy, scende del 2%.
Quale potrebbe essere l'effetto sull'Europa
Il brandy proveniente dalla Francia è il principale liquore importato dalla Cina. Secondo quanto riferito dalla società di ricerche di mercato cinese Daxue Consulting, il Dragone ha acquistato dall'Europa nel 2022 un controvalore di circa 4,5 miliardi di dollari di bevande alcoliche. Tuttavia, il cognac - un tipo di brandy francese - ha subìto una contrazione a causa del cambiamento di abitudini post-pandemico. Attualmente i mercati più in voga sono quelli di Stati Uniti e Cina. Nel terzo trimestre 2023, la domanda americana si è indebolita, come dimostrano i risultati di LVMH, Rémy Cointreau e Pernod Ricard. La Cina però non è stata in grado di controbilanciare il rallentamento delle vendite in USA.
Cosa comporterà ora una stretta sull'UE? Secondo Trevor Stirling, analista per le bevende alcoliche presso Bernstein, se la Cina dovesse imporre dei dazi sulle esportazioni verso l'Europa, i produttori di cognac subirebbero un colpo. "È improbabile che questo problema venga risolto rapidamente. Peserà sull'industria per almeno sei mesi", ha detto.
A giudizio di Noah Barkin, consulente senior di Rhodium Group, "la Cina sta mostrando all'Europa come potrebbe essere una ritorsione se imponesse i dazi sui veicoli elettrici cinesi". Una tale mossa colpirebbe più duramente i produttori di liquore come la Francia, aggiunge l'esperto, e questa "probabilmente non è una coincidenza. Il governo di Macron è stato il più forte sostenitore dell'indagine anti-sovvenzioni dell'UE sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina".
Non ha dubbi su un'azione ritorsiva della Cina verso l'Europa nemmeno Gilles Guibout, gestore di portafoglio presso Axa Investment Managers a Parigi. "Con il cognac considerato un prodotto premium in Cina che si vende a prezzi molto più alti rispetto agli alcolici locali, l'accusa di dumping è piuttosto eccessiva. Questa è una pura ritorsione per i veicoli elettrici".
Più moderato è il commento di Zhao Yongsheng, professore presso l'Università di International Business and Economics di Pechino, secondo cui questa indagine sul brandy non è il preludio per una guerra commerciale tra Europa e Cina. "È una rappresaglia, ma ragionevole", ha detto. "La Cina ha scelto un prodotto con scarso impatto sull'UE, ma il messaggio è che in futuro potrà puntare a beni europei molto più importanti come il vino, i prodotti di lusso e le automobili".