La trimestrale di Chevron non ha entusiasmato gli investitori a Wall Street, anche se i risultati sono stati migliori delle previsioni degli analisti. Il gigante petrolifero americano ha riportato un crollo dell'utile netto nel secondo quarto del 2025 in gran parte determinato dal calo dei prezzi del petrolio durante il periodo.
Ha pesato anche una perdita netta di 215 milioni di dollari derivante dalla misurazione al fair value delle azioni Hess Corporation. Quest'ultima è stata acquisita definitivamente il 18 luglio, dopo una disputa legale che minacciava di far saltare l'accordo da 53 miliardi di dollari (
Chevron risponde a Exxon: acquisita Hess per 53 miliardi di dollari).
Mike Wirth, Presidente e Amministratore delegato dell'azienda, ha sottolineato però che "i risultati del secondo trimestre riflettono una continua forte esecuzione, una produzione record e una generazione di cassa eccezionale". Inoltre, il manager ha evidenziato il fatto che il completamento dell'acquisizione di Hess "rafforza ulteriormente il portafoglio diversificato" di Chevron e la posiziona per "estendere la produzione e il profilo di crescita del flusso di cassa libero ben oltre il prossimo decennio".
Prima dell'avvio delle contrattazioni, le
azioni Chevron avanzano dello 0,44%.
Chevron: i numeri della trimestrale
Nel secondo trimestre 2025, Chevron ha realizzato vendite complessive per 44,82 miliardi di dollari, in calo del 12,43% rispetto ai 51,18 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2024. Il consensus stimava un fatturato di 43,82 miliardi di dollari. L'utile netto è precipitato del 43,79% a 2,49 miliardi di dollari, rispetto ai 4,43 miliardi di dollari di 12 mesi fa.
Ripartendo per unità di business, i profitti upstream negli Stati Uniti sono risultati di 1,42 miliardi di dollari, in calo del 34,25% anno su anno. Questo a causa principalmente di una riduzione dei ricavi sui liquidi, di un aumento della svalutazione, dell'ammortamento e di un aumento delle spese operative, parzialmente compensati da volumi di vendita più elevati, da realizzazioni di gas naturale più alte e da un guadagno sulla vendita di alcuni beni di pipeline non operati negli Stati Uniti.
I profitti upstream international hanno evidenziato un calo del 43,29% soprattutto per via dei minori guadagni dalla partecipazione presso Tengizchevroil LLP, di un aumento degli ammortamenti, della svalutazione e di minori realizzazioni, parzialmente compensati da maggiori volumi di vendita a seguito dell'avvio del Future Growth Project (FGP).
I guadagni downstream negli Stati Uniti sono aumentati del 44,28% a 0,4 miliardi di dollari. Questo grazie a margini più elevati sulle vendite di prodotti raffinati e a spese operative inferiori, parzialmente compensati da guadagni inferiori dalla Chevron Phillips Chemical Company, di cui il gruppo ha una partecipazione del 50%.
I guadagni downstream internazionali sono cresciuti del 5,04% a 0,33 miliardi di dollari, principalmente a causa di margini più elevati sulle vendite di prodotti raffinati, parzialmente compensati da effetti negativi dei tassi di cambio e impatti fiscali sfavorevoli. Per gli altri business, si è passati da una perdita di 0,63 miliardi di dollari a una di 0,97 miliardi di dollari.
L'utile per azione rettificato di 1,77 dollari ha battuto le stime del consensus, orientate per un EPS di 1,70 dollari. Nel secondo trimestre 2025, Chevron ha registrato anche un free cash flow di 4,9 miliardi di dollari, a fronte di 2,3 miliardi di dollari (4,8 miliardi di dollari rettificato) del medesimo periodo del 2024.