L'autorità antitrust dell'Unione Europea ha dato il via libera all'
acquisizione da 61 miliardi di dollari della società di cloud computing VMware da parte del leader americano dei semiconduttori
Broadcom. Grazie a questo verdetto, l'azienda con sede a San José, California, potrà
espandere la propria attività diversificandosi nel software aziendale.
Tuttavia, il disco verde dell'UE è condizionato all'impegno assunto da Broadcom di offrire al competitor Marvell Technology e ad altri rivali l'interoperabilità dei suoi adattatori di archiviazione Fibre Channel Host-Bus Adapters. In sostanza, tali aziende avranno "l'accesso garantito alle interfacce di programmazione, ai materiali, agli strumenti e al supporto tecnico necessari per lo sviluppo e la certificazione di HBA FC di terze parti", ha affermato l'autority europea. Tutto ciò permetterebbe alla concorrenza di "competere su un piano di parità e garantirebbe una protezione simile per tutti i futuri entranti", ha affermato in una nota il capo dell'antitrust UE Margrethe Vestager.
Ora si attende il pronunciamento da parte della Federal Trade Commission negli Stati Uniti e dell'autorità per la concorrenza nel Regno Unito. Intanto, Broadcom, in una nota, ha espresso grande soddisfazione: "dal punto di vista normativo, continuiamo a fare progressi in tutto il mondo: abbiamo ricevuto l'autorizzazione legale alle fusioni in Australia, Brasile, Canada, Unione Europea, Sud Africa e Taiwan e l'autorizzazione al controllo degli investimenti esteri in tutte le giurisdizioni necessarie".
M&A: tira un'aria nuova ora?
La vittoria di Broadcom in Europa sopraggiunge quasi in contemporanea con il successo di Microsoft nella battaglia giudiziaria contro la FTC per l'acquisizione di Activision Blizzard. Il Tribunale di San Francisco ha ritenuto l'ingiunzione al blocco dell'accordo richiesta dall'autorità americana non attivabile, in quanto il regolatore non ha dimostrato che una fusione arriverebbe a ledere la concorrenza. Allo stesso tempo, anche l'antitrust britannico ha fatto un passo indietro in merito allo stop all'accordo, chiedendo alle società coinvolte di fornire delle soluzioni per alleviare le preoccupazioni del regolatore.
Queste due decisioni, arrivate a poche ore di distanza, rappresentano un influsso positivo per il settore tecnologico in rapporto soprattutto a eventuali ulteriori aggregazioni. Negli ultimi tempi, l'intero comparto ha visto diminuire gli accordi di fusione, un po' per il contesto negativo dettato dai tassi d'interesse più elevati, un po' per la percezione che le autorità di regolamentazione si sarebbero messe di traverso a operazioni di questo tenore.
Quanto accaduto a San Francisco "ha rappresentato un duro colpo per la FTC e ci aspettiamo una ripartenza delle fusioni e acquisizioni tecnologiche", ha affermato Dan Ives, analista del broker Wedbush. "Broadcom e Activision sono musica per le orecchie del mondo della tecnologia".