Prenderà il via oggi e terminerà con la chiusura delle negoziazioni del prossimo 17 febbraio l’ OPA volontaria totalitaria su DeA Capital, la piattaforma indipendente di alternative asset management leader in Italia con asset in gestione aggregati per oltre 26 miliardi di euro, lanciata da Nova Srl, società veicolo il cui capitale è interamente detenuto da De Agostini SpA.
OPA DeA Capital: tutti i dettagli da sapere
L’operazione, annunciata lo scorso dicembre, ha come obiettivo il delisting di DeA Capital dal listino Euronext Star Milan, riguarda come noto il 32,156% del capitale non ancora in possesso di De Agostini SpA, che ne detiene già direttamente il 67,062% a cui si aggiungono le azioni proprie in mano alla società d’investimento.
Nova Srl pagherà un 1,5 euro per azione, incluso il dividendo, per un corrispettivo complessivo, in caso di adesione da parte dei titolari delle azioni oggetto dell’OPA, di circa 128,6 milioni di euro. Il prezzo incorpora un premio del 30,2% rispetto agli 1,152 euro del 1° dicembre, il giorno prima l’annuncio dell’OPA.
Il corrispettivo dell’offerta verrà pagato il prossimo 24 febbraio 2023. Per le eventuali azioni residue il periodo di adesione potrà essere riaperto tra il 27 febbraio e il 3 marzo 2023, con pagamento il 10 marzo successivo.
L’offerente è assistito da Intesa Sanpaolo, quale advisor finanziario esclusivo ed intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni, da White&Case LLP, quale consulente legale. Morrow Sodali è Global information agent dell’offerta.
OPA DeA Capital: le ragioni dell’addio a Piazza Affari
Per DeA Capital, la volontà di uscire da Piazza Affari nasce dal cambiamento della struttura del modello di business che la società ha apportato negli ultimi anni, progressivamente abbandonando la strategia di operatore diretto – come investitore – in rilevanti operazioni di private equity e divenendo un alternative asset manager, e quindi un gestore di fondi di terzi, con ampio spettro di prodotti gestiti.
Il modello di business attuale è infatti “molto meno capital intensive”, come dimostrato dalle rilevanti distribuzioni di dividendi straordinari attuate negli ultimi anni tra cui l’ultimo stacco a maggio di 0,1 euro pari a un payout del 10% e quindi legato agli andamenti dell’inflazione.
Per questo motivo la società non sente più l’esigenza di ricorrere anche al capitale di terzi per lo sviluppo del business stesso, esigenza che, in passato, aveva rappresentato una delle ragioni fondamentali alla base della quotazione su Borsa Italiana.
Secondo la holding l’uscita assicurerà “una maggiore flessibilità gestionale, oltreché un indubbio risparmio di costi”, in quanto, come società privata caratterizzata da una maggiore flessibilità operativa e organizzativa, DeA Capital sarà in grado “di accelerare la sua strategia di investimento e di creazione di valore”.
L'ulteriore sviluppo della società potrebbe essere rappresentato da combinazioni con altri player del settore che consentano a Dea Capital di crescere oltre confine per creare un big comunitario dell'alternative AM, con meno capitale in tasca per De Agostini, ma sempre in posizione di controllo e alla guida di un soggetto più grande e operante su un più vasto mercato.