Da oltre un decennio le azioni USA sovraperformano sistematicamente quelle degli altri Paesi e quest'anno non ha fatto eccezioni. Ad avere attirato l'attenzione degli investitori verso la Borsa americana da inizio 2024 sono stati soprattutto due fattori.
Innanzitutto il boom dell'intelligenza artificiale. La nuova tecnologia è la carta su cui hanno puntato le grandi aziende tecnologiche come Microsoft, Alphabet, Meta Platforms, Amazon e Apple investendo fior di miliardi nella speranza che ciò si traduca in maggiori ricavi e utili in futuro.
Tuttavia, il principale beneficiario è stato finora Nvidia. Il gigante di Santa Clara sta sfruttando l'enorme domanda dei chip legati all'intelligenza artificiale di cui è il principale progettista al mondo. Nvidia ha quasi triplicato il suo valore quest'anno, trascinando al rialzo i listini di Wall Street. Oggi le prime cinque aziende statunitensi - Nvidia, Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet - hanno un valore di mercato combinato superiore all'intero Stoxx 600, il che la dice lunga sulla forza relativa della Borsa di New York rispetto ai mercati azionari europei.
Il secondo fattore sono gli utili delle società americane, nettamente superiori a quelli del Vecchio Continente. Secondo quanto riportato da LSEG Datastream, stando alle previsioni, i guadagni delle aziende componenti l'S&P 500 dovrebbero aumentare quest'anno del 9,9% e del 14,2% nel 2025 contro un +1,8% ed un +8,1% delle società dello Stoxx 600. Ciò riflette lo stato di salute delle economie sulle due sponde dell'Atlantico.
Sulla base delle stime del Fondo Monetario Internazionale, l'economia statunitense dovrebbe crescere del 2,8% nel 2024 e del 2,2% nel 2025, rispetto a una crescita dello 0,8% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025 dell'economia dell'Eurozona. Tali tendenze inevitabilmente vengono incorporate nel prezzo delle azioni.
Azioni USA: estenderanno il divario con Trump?
Molti si chiedono se dopo l'insediamento di
Donald Trump alla Casa Bianca il divario tra le azioni USA e quelle delle altre regioni si allargherà o finirà per ridursi. Finora l'umore degli investitori ha parlato chiaro: a Wall Street è iniziato un rally dopo le elezioni presidenziali del 5 novembre che hanno sancito la vittoria del leader repubblicano, mentre le altre Borse hanno annaspato. Questo canovaccio è destinato a continuare?
Trump ha promesso di tagliare le tasse alle società dal 21% al 15%, accendendo l'entusiasmo dei mercati, ma ciò si scontra con due ordini di problemi strettamente collegati: come trovare la copertura e come frenare l'aumento del deficit che ne consegue. Posto che il tycoon non intende tagliare la spesa pubblica, la mossa risolutiva è quella che sta spaventando tutti il mondo: i dazi commerciali sulle importazioni.
L'idea è quella di applicare tariffe dal 10% al 20% su tutti i beni importati, portandole a un intervallo del 60%-100% per le merci cinesi. Le due misure, taglio delle tasse e aumento dei dazi, potrebbero avere effetti contrapposti, creando incertezza alla fine sull'impatto che avranno nelle azioni in Borsa. Ma anche no. Alcuni ritengono che i dazi colpiranno esclusivamente le aziende non americane, mentre quelle locali vedranno al contrario afflussi di denaro che si riverbereranno sui mercati finanziari.
"I piani di Trump di aumentare le tariffe sulle importazioni potrebbero aiutare gli Stati Uniti a estendere il loro vantaggio, nonostante il rischio di un contraccolpo, il che favorisce le azioni statunitensi", ha detto Mike Mullaney, direttore della ricerca sui mercati globali presso Boston Partners. Al contrario, "le aziende europee saranno danneggiate se Trump imporrà tariffe dal 10% al 20%", ha aggiunto.
Secondo Colin Graham Head of Multi-Asset Strategies di Robeco, "il momentum è importante e se c'è qualcosa che continua a sovraperformare, gli investitori seguiranno il denaro". Dello stesso avviso è Michael Arone, Chief investment strategist di State Street Global Advisors, che sottolinea come "gli Stati Uniti continuino a essere la regione geografica che genera la più alta crescita degli utili e la maggiore redditività del mondo".