Fin quando i rendimenti sui titoli di Stato americani a 10 anni resteranno al di sotto del 5%, le azioni USA dovrebbero essere al riparo da un forte sell-off. È quanto sostiene Michael Hartnett, strategist di Bank of America, che prevede nel breve termine uno scenario in cui l'indice S&P 500 si confermerà sopra 4.200 punti. Attualmente il principale benchmark americano viaggia sopra i 4.300, capitalizzando un rialzo da inizio anno di circa 13 punti percentuali.
La quota di 4.200 corrisponde a un livello in cui giace la media mobile a 200 giorni, che finora ha funzionato da supporto tecnico. Ad esempio, all'inizio di questo mese, con i rendimenti obbligazionari balzati ai massimi del 2007, l'S&P 500 è scivolato verso la soglia, ma è stato respinto al rialzo. Per scardinare quel "floor", a giudizio di Hartnett, è anche necessario che il dollaro si rafforzi ulteriormente, il petrolio salga sopra quota 100 dollari al barile e i dati sull'occupazione mostrino un raffreddamento del mercato del lavoro. Tutte situazioni possibili, sebbene improbabili - almeno tutte insieme - nel brevissimo termine.
Azioni USA: lo scenario ideale per un nuovo rally
La situazione generale comunque desta preoccupazioni, soprattutto a livello geopolitico. Israele ha consigliato i civili nella striscia di Gaza a evacuare, perché si sta preparando a fare entrare i carri armati per un devastante attacco di terra. Questo significa che molto probabilmente ci sarà un'escalation nel conflitto. Di conseguenza,
le quotazioni del petrolio potrebbero salire nuovamente rivedendo il livello di 100 dollari. Le minacce inflazionistiche che ne derivano rischiano di movimentare le azioni, con gli investitori che a quel punto non si aspettano sconti dalla
Federal Reserve.
Nel frattempo, BofA riporta che nella settimana fino all'11 ottobre si sono registrati deflussi dai fondi azionari globali per 8,2 miliardi di dollari, a vantaggio dei fondi monetari che hanno attratto 16,9 miliardi di dollari e dei fondi obbligazionari che hanno accolto afflussi netti per 3,7 miliardi di dollari.
Per il 2024 Hartnett ritiene che il migliore scenario affinché ci possa essere un rally azionario è di una recessione e tagli dei tassi d'interesse. "Con i fondi del mercato monetario che vedono ancora afflussi annualizzati quest'anno a 1.400 miliardi di dollari, gli investitori hanno bisogno di una contrazione economica e tagli dei tassi perché il denaro si riversi sulle azioni e accenda nuovi tori", ha affermato lo stratega.
A suo avviso, queste condizioni potrebbero stimolare l'interesse per l'oro, che soffrirebbe meno il costo opportunità della detenzione per i rendimenti alti, essendo il metallo giallo un'attività rifugio ma non redditizia.
La scorsa settimana Hartnett aveva effettuato previsioni ottimistiche sulle obbligazioni per il prossimo anno, in quanto "una volta che la recessione prezzata dai mercati obbligazionari e azionari muta in dati economici, il reddito fisso dovrebbe essere l'asset class più performante", ha detto.