I titoli tecnologici sono diventati i nuovi beni rifugio a Wall Street. Sembra quasi assurdo che le azioni più martoriate durante il 2022, perchè estremamente sensibili al rialzo dei tassi d'interesse, ora siano le più comprate in un contesto in cui i rendimenti sono ancora alti e la
Federal Reserve non ha terminato il suo ciclo di strette per sconfiggere l'inflazione.
Negli ultimi giorni però le cronache finanziarie sono state occupate da alcune notizie che hanno cambiato completamente le carte in tavola. Il fallimento prima della Silvergate Bank, poi della Silicon Valley Bank e infine della Signature Bank, hanno creato un caos che potrebbe portare la Fed a riconsiderare la sua politica monetaria, proprio a partire dalla riunione della prossima settimana.
Se fino a qualche settimana fa si parlava di un ritorno ad un incremento del costo del denaro di mezzo punto percentuale, dopo quanto successo è seriamente in discussione anche una stretta di un quarto di punto. L'obiettivo è quello di evitare di preparare le condizioni ideali per uno sconquasso finanziario che si rifletta sull'economia, in maniera non dissimile ai disastri del 2008. Una Fed più morbida rilancia il settore tech ed è per questo che i titoli del comparto sono tornati a salire.
Azioni tech: continuerà il rally?
Da Meta Platforms a Salesforce ai titoli legati ai semiconduttori, le azioni tech hanno realizzato performance anche a due cifre nel mese di marzo a Wall Street. Sylvia Jablonski, Chief investment officer di Defiance ETFs, ha dichiarato di non essere sorpresa, viste le perdite registrate nel 2022, dal rinnovato appetito degli investitori per i titoli tecnologici. Nel 2022, ad esempio, i gruppi di servizi tecnologici e di comunicazione sono diminuiti rispettivamente di circa il 30% e il 40% nel 2022, rispetto a un calo di circa il 20% dell'S& 500.
Secondo Don Calcagni, chief investment officer di Mercer Advisors, "è chiaro che tra lo stress sul settore bancario e alcuni altri dati economici, stiamo arrivando al punto finale qui per quanto riguarda gli aumenti dei tassi di interesse".
Tuttavia, la questione è se questo nuovo sprint delle azioni tech potrà durare a lungo, al punto magari di iniziare un nuovo grande rally come quello che si è visto per oltre un decennio. Alcuni investitori sostengono che quanto succede nel settore bancario aumenta la probabilità che si verifichi una recessione e ciò potrebbe andare a vantaggio proprio dei titoli tecnologici. Tra questi vi è Jason Pride, Chief investment officer di Glenmede, secondo cui "i titoli tecnologici tendono ad avere attività più stabili e una maggiore protezione dai ribassi durante i periodi più difficili".
Tuttavia, i tecnologici presentano ancora valutazioni elevate a Wall Street, ragion per cui l'esperto esprime una certa cautela. Infatti, il settore è scambiato a circa 22,5 volte i guadagni attesi per i prossimi 12 mesi, mentre l'S&P 500 è negoziato a circa 17,3 volte. Calcagni ritiene che sia difficile fare previsioni a lungo termine, perché ancora gli investitori non hanno ben chiaro gli sviluppi di questa crisi bancaria, quando l'inflazione si ridurrà e cosa farà la Fed.