Il rally delle azioni Starbucks non incanta gli analisti di Jefferies, secondo cui le azioni sono da vendere. Da agosto il titolo della catena americana del caffè ha registrato un balzo del 24% a seguito dell'inattesa sostituzione del suo Amministratore delegato Laxman Narasimhan con
Brian Niccol, ex presidente e CEO di Chipotle.
Sotto la guida di Niccol dal 2018, la catena di ristoranti statunitense ha avuto una trasformazione incredibile, con le entrate quasi raddoppiate mentre i profitti ed il valore del titolo in Borsa sono aumentati di circa sette volte. Il tutto aumentando i salari per i membri del team di vendita al dettaglio, ampliando i benefit e rafforzando la cultura dell'azienda. Wall Street si è entusiasmata di fronte a un cambiamento così radicale, ipotizzando che le straordinarie performance realizzate in Chipotle, Niccol sarebbe stato in grado di replicarle al comando di Starbucks.
Azioni Starbucks: ecco perché sono da vendere
La multinazionale del caffè però è in difficoltà, perché i clienti sono sempre più riluttanti a spendere così tanto per una bevanda, ancorché includa un servizio aggiuntivo. Nonostante il balzo degli ultimi mesi, da inizio anno l'andamento delle azioni in Borsa è ancora in territorio negativo (-0,55%).
Tutto questo non è sfuggito agli analisti di Jefferies, che ritengono il rally esagerato di fronte a un business il cui miglioramento non è semplice. "Sebbene il nuovo CEO suggerisca che il necessario cambiamento strategico sia allo studio, riteniamo che l'esecuzione sarà messa in discussione poiché questioni come le operazioni, la cultura, la percezione del valore e la tecnologia richiedono tempo per essere risolte", ha affermato Andy Barish, analista della banca d'investimento americana.
Tutti questi fattori finiranno per ostacolare le performance finanziarie dell'azienda, soprattutto alla luce del fatto che Jefferies prevede una crescita degli utili per azione a cifra bassa per l'anno fiscale 2025, inferiore alle stime del consensus di un incremento dell'11-12%. Barish quindi ha abbassato il prezzo obiettivo a 76 dollari, il che significa un crollo del 20% dalle quotazioni rispetto all'ultima chiusura a Wall Street di 95,48 dollari. Il nuovo target price si basa su un rapporto price/earnings atteso per l'anno fiscale 2026 delle azioni Starbucks di 19 volte, nettamente più basso rispetto all'attuale valutazione P/E di 25 volte.
Altre valutazioni
Il rating "underperform" di Jefferies è uno dei due tra tutti gli analisti di Wall Street, oltre ad arrivare per la prima volta da quando la società finanziaria ha avviato la copertura di Starbucks nel 2011. Poco prima del giudizio della banca indipendente newyorchese, gli analisti di BofA Securities avevano aumentato l'obiettivo di prezzo sulle azioni da 112 a 118 dollari, con rating "buy", citando una maggiore fiducia nella performance operativa dell'azienda. Gli esperti sono convinti che Starbucks stia mostrando "una più forte esecuzione delle sue strategie aziendali".
Attestati di stima sono arrivati contemporaneamente da altre società di analisi come Goldman Sachs, TD Cowen e BMO Capital, sull'aspettativa di un miglioramento dell'esperienza del cliente e dell'efficienza operativa, nonché sulla fiducia che il nuovo CEO possa guidare la crescita della società.