Grazie ad un balzo nella seduta di ieri a Wall Street, le azioni Nvidia hanno raggiunto un nuovo massimo storico a 522,75 dollari (il titolo ha chiuso con un +6,43% a 522,53$). Anche nell'After Hours il titolo ha continuato a salire, registrando un guadagno di altri 0,86 punti percentuali.
Il mercato ha apprezzato la presentazione da parte della società di nuovi processori grafici desktop basati sull'intelligenza artificiale. I GeForce RTX 40 SUPER sono rivolti principalmente agli appassionati di videogiochi. Inoltre, Nvidia ha annunciato altri componenti e software che fanno riferimento all'intelligenza artificiale, arricchendo la gamma di prodotti sviluppati per la nuova tecnologia che sta coinvolgendo le più grandi aziende mondiali.
I guadagni di ieri si aggiungono a un rally straordinario, che dall'inizio dello scorso anno ha portato le azioni Nvidia a più che triplicare il loro valore di Borsa. Secondo i dati rilasciati da LSEG, durante la sessione di lunedì sono passati di mano oltre 32 miliardi di dollari di azioni della società, che ora è diventata la più scambiata a Wall Street. Il colosso di Santa Clara ha raggiunto una capitalizzazione di 1.290 miliardi di dollari.
Azioni Nvidia: ora il pericolo è la Cina
Il più grande sviluppatore mondiale di semiconduttori ha il vento in poppa in questo momento, perché la sua attività sta facendo leva sull'hype dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, una minaccia all'orizzonte è ancora viva e potrebbe raffreddare l'entusiasmo intorno alla società californiana. Si tratta della Cina, da cui dipende almeno un quinto di tutto il fatturato di Nvidia.
I chip di fascia alta, l'H800 e l'A800, non possono essere spediti alle aziende cinesi perché il governo degli Stati Uniti da ottobre 2022 ha imposto delle restrizioni specifiche per i prodotti più all'avanguardia invocando ragioni di sicurezza. Di conseguenza, l'azienda si è dovuta adeguare, fabbricando sostituti ad hoc per Pechino, come l'H20, l'L20 e l'L2. Il primo dovrebbe essere lanciato nel secondo trimestre dell'anno in corso, in base a quanto annunciato da Nvidia questa settimana.
Il problema però è che le grandi aziende cinesi sarebbero scontente del prodotto, in quanto lo ritengono non all'altezza per competere con i chip di primissima fascia. Per questa ragione stanno valutando di rivolgersi ai fornitori locali come Huawei. Anche perché in Cina si teme che da Washington possa arrivare un ulteriore inasprimento che impedisca il rifornimento anche di chip meno potenti.
Se Pechino guarda altrove, e precisamente in casa propria, per Nvidia potrebbe essere un problema perché perderebbe una buona fetta di entrate dal suo business. L'ipotesi è più che plausibile, perché similmente la Cina ha dato dimostrazione attraverso Huawei di come sia in grado di superare le misure restrittive imposte dalle autorità USA. Infatti, il colosso di Shenzhen è riuscito a lanciare la scorsa estate il Mate 60 Pro, uno smartphone di prima fascia che utilizza un chip made un China ed è in grado di tener testa all'iPhone di ultima generazione di Apple. Questo serve da monito per Nvidia.