Le performance stellari registrate nel 2023 a Wall Street dalle
azioni Nvidia non si ripeteranno l'anno prossimo. È quanto emerge dalle previsioni medie degli analisti, che stimano azioni in
rialzo del 36% nei prossimi 12 mesi. Si tratta di un bel balzo, ma nulla a che vedere con la straordinaria performance di quest'anno, quando il gigante dei chip statunitense ha
più che triplicato la sua capitalizzazione di mercato.
Il problema è che gran parte delle buone notizie che investono la società sono già incorporate nel prezzo del titolo. La dimostrazione deriva dalle ultime due trimestrali: nonostante risultati scintillanti e previsioni ben oltre le altissime attese, le azioni non si sono mosse più di tanto.
Azioni Nvidia: ecco perché il 2024 non sarà come quest'anno
Diversi fattori giocano contro la compagnia di Santa Clara, mentre qualche nube comincia ad addensarsi all'orizzonte.
Un primo motivo di incertezza riguarda la traiettoria di crescita dell'azienda. La domanda dei semiconduttori Nvidia è talmente elevata con lo sviluppo dell'intelligenza artificiale da far sorgere molti dubbi sulla sua sostenibilità. "Con una domanda eccezionalmente forte, una quota di mercato significativa e nessuna alternativa reale per i suoi prodotti, riteniamo che l'azienda stia vivendo un picco di domanda", ha scritto Logan Purk, analista di Edward Jones. "Ciò renderà più difficile per l'azienda superare continuamente le aspettative e spingere il titolo significativamente al rialzo". L'esperto ha declassato le azioni da "Buy" a "Neutral" la scorsa settimana.
Un secondo motivo attiene alla "scalabilità" del titolo, nel senso che sono pochi gli investitori rimasti che non possiedono il titolo e che potrebbero entrare in acquisto. Questo nonostante l'utile per azione stimato sia più del doppio rispetto a quanto previsto dagli analisti solo sei mesi fa, il che fa scendere i multipli di Nvidia e in teoria rendere più appetibili le azioni. Secondo uno studio di Morgan Stanley, i primi 100 portafogli degli investitori istituzionali hanno incrementato la concentrazione media di Nvidia dallo 0,7% storico al 2,3%. "Tutti amano il titolo, quindi più o meno tutti lo possiedono già o lo sovrappesano, e questo significa che sarà difficile trovare acquirenti incrementali", ha detto Tim Ghriskey, senior portfolio strategist di Ingalls & Snyder. "Le azioni dovrebbero continuare a salire nel lungo termine, ma i giorni in cui aumentavano del 20% sono finiti".
Un terzo motivo allude all'assenza di un nuovo catalizzatore della portata dell'intelligenza artificiale. La nuova tecnologia è stata rivoluzionaria per i profitti dell'azienda; sarà praticamente impossibile trovare un driver così potente per le azioni. Nvidia punta sull'aggiornamento del suo processore H100 e sulle partnership con altre aziende tecnologiche. Tuttavia, non sembra che questi elementi possano fornire all'azienda una spinta tale da stravolgere completamente il mercato. "Cos'altro può fare Nvidia, annunciare di avere una cura per il cancro?", ha detto Sam Stovall, Chief investment strategist di CFRA. "È comprensibile che coloro che sono arrivati in ritardo si sentano frustrati dal fatto che la festa sembra essere agli sgoccioli".
Infine va segnalato un rischio che invece potrebbe mettere a repentaglio le entrate e i profitti dell'azienda, ossia le restrizioni statunitensi verso le esportazioni di chip di fascia alta in Cina. Il fatturato di Nvidia è per un quinto rappresentato dagli ordini provenienti dalle aziende cinesi. Con queste strette, i ricavi rischiano di ridimensionarsi. La società sta cercando di attuare delle contromisure, tipo la produzione di nuovi chip che non entrino in conflitto con le misure del Dipartimento del Commercio USA. Tuttavia, le aziende cinesi si stanno riorganizzando e già colossi come Alibaba e Tencent hanno riferito che si rivolgeranno a produttori locali come Huawei per la fornitura di determinati semiconduttori.