Le
azioni Intel sono in rialzo di circa 6 punti percentuali nelle contrattazioni pre-market di Wall Street. A spingere gli acquisti sono i rumor secondo cui i test di produzione condotti da
Nvidia e da
Broadcom sul processo denominato 18A del produttore di chip stanno ricevendo un riscontro positivo. Questo significherebbe
contratti per centinaia di milioni di dollari per l'azienda con sede a Santa Clara.
Secondo alcune voci, anche Advanced Micro Devices (AMD) starebbe valutando di inserirsi nel processo di produzione di Intel, ma al momento non si sa se abbia già effettuato un passo in questa direzione con un campione di prova. Intel ha dichiarato lo scorso anno di aver firmato accordi con Microsoft e Amazon per produrre chip su 18A, anche se al momento non ci sono altri dettagli. "Continuiamo a vedere un forte interesse e coinvolgimento in tutto il nostro ecosistema", ha dichiarato un portavoce di Intel.
Intel: i nuovi potenziali contratti per una rinascita
Il processo 18A di Intel comprende una serie di tecnologie e tecniche per realizzare i chip avanzati di intelligenza artificiale e comunque di prima fascia. Questa serie è simile alla tecnologia adoperata dal gigante taiwanese TSMC a cui si rivolge la gran parte dei progettisti mondiali, tra cui Nvidia. Effettuare test non equivale a garantire poi l'esecuzione del contratto. Intel insomma non ha la certezza che alla fine riuscirà ad acquisire nuovi clienti.
Tuttavia, questo potrebbe essere un passo importante nella direzione che l'azienda, insieme al governo americano, ha intrapreso nel tentativo di migliorare la sua quota di mercato. Il settore della produzione dei chip a contratto in questo momento è dominato da TSMC. Il progetto di creare una fonderia di successo era stato portato avanti dall'ex Amministratore delegato
Pat Gelsinger per rilanciare l'azienda.
Il consiglio di amministrazione però ha licenziato il top manager e i due co-CEO entranti, David Zinsner e Michelle Johnston, procedono in maniera più cauta. Infatti, riguardo il processore AI (Artificial Intelligence), se ne riparlerà probabilmente non prima del 2027. Intanto, però, l'amministrazione Trump ha preso a cuore il problema di Intel e sta cercando di sostenere l'azienda come unica speranza per gli Stati Uniti di produrre i chip più avanzati del mondo scansando l'egemonia di Taiwan.
Tuttavia, il processo 18A è in ritardo. I potenziali clienti dovranno aspettare ancora. Inizialmente c'era stato un posticipo al 2026, ma ora sembra che le tempistiche si siano allungate di altri sei mesi. Il motivo è attinente alla proprietà intellettuale, la cui qualifica sta richiedendo più tempo del previsto. In sostanza, alcuni progettisti di piccola e media dimensione non sarebbero in grado di far ricorso ai chip su 18A senza gli elementi fondamentali qualificanti della proprietà intellettuale. Questa include la garanzia da parte del fornitore che lavorerà su quel processo di produzione. "Inizieremo ad aumentare la produzione nella seconda metà di quest'anno, mantenendo gli impegni presi con i clienti", si è limitato a dire Intel.
Le previsioni sulle entrate della fonderia per il 2025 sono di 16,47 miliardi di dollari, ma quasi tutte provengono da chip della stessa azienda. Il segmento ha subito un calo del 60% lo scorso anno ed eventuali ritardi potrebbe frenare il fatturato.