Il Capital Markets Day di Ferrari si è rivelato un disastro per le azioni della casa automobilistica di Maranello. Nelle contrattazioni di oggi,
il titolo RACE è sprofondato fino a oltre 16 punti percentuali alla Borsa di Milano. Si tratta del crollo maggiore da quando la società si è quotata, a gennaio 2016. A causa dell'alta volatilità, le contrattazioni sono state anche interrotte.
A scatenare la furia di vendita degli operatori è stata la guidance cauta della società per quest'anno e il 2030 comunicata nel corso dell'evento. In un aggiornamento separato, inoltre, Ferrari ha ridimensionato l'obiettivo dei veicoli elettrici, esattamente come hanno fatto altri produttori concorrenti che hanno segnalato la scarsa attrattività per i consumatori, la rete di ricarica ancora insufficiente e la concorrenza spietata in arrivo dalla Cina.
Tonfo delle azioni Ferrari: prospettive di ricavi deludenti
Ferrari ha annunciato che quest'anno il fatturato dovrebbe attestarsi almeno a 7,1 miliardi di euro, in leggero aumento rispetto a una precedente guidance di 7 miliardi di euro. Inoltre, la società ha aumentato la proiezione dell'Ebitda rettificato dell'1,5% rispetto a un reddito al lordo di interessi, ammortamenti e svalutazioni di 2,68 miliardi di euro. Per quanto concerne il 2030, il Cavallino stima ricavi per circa 9 miliardi di euro e un Ebitda rettificato di 3,6 miliardi di euro che corrisponde a circa il 40% del fatturato, più basso delle aspettative degli analisti del 42%.
Le stime "sembrano leggere rispetto alle grandi aspettative", ha affermato Michael Dean, analista di Bloomberg Intelligence. "Anche l'obiettivo di free cash flow di circa 8 miliardi di euro nei cinque anni è basso rispetto alle nostre attese di 9 miliardi di euro", ha aggiunto. Così come "i rendimenti per gli azionisti, pari a circa 7 miliardi di euro, suddivisi tra dividendi e riacquisti, sembrano deludenti".
In una nota di ricerca, gli analisti di Citigroup sottolineano che la guidance di Ferrari "scende al di sotto delle nostre stime di 'crescita inferiore' e riflette il conservatorismo del management". Inoltre, "le indicazioni implicano una leva operativa limitata nel prossimo ciclo e riteniamo che ci sia un certo rischio sia per l'EPS (Earnings Per Share, ndr) di consenso che per i multipli a breve termine", hanno aggiunto.
Le aspettative insomma erano alte. Nelle ultime settimane, il consensus era diventato particolarmente positivo su Ferrari, prevedendo un abbassamento degli obiettivi dei veicoli elettrici che avrebbero potenziato i profitti dell'azienda. Il mese scorso, gli analisti di Deutsche Bank avevano dichiarato che l'azienda guidata da Benedetto Vigna avrebbe svelato obiettivi ambiziosi nel medio termine. Così evidentemente non è stato.
Elettrificazione a rilento
L'azienda ha svelato l'Elettrica, il suo primo veicolo a batteria che esordirà nel mercato nel 2026. "Con la nuova Ferrari elettrica, affermiamo ancora una volta la nostra volontà di progredire unendo la disciplina della tecnologia, la creatività del design e l'artigianato della produzione", ha dichiarato John Elkann, presidente esecutivo di Ferrari.
Tuttavia, i modelli completamente elettrici rappresenteranno solo il 20% della gamma entro il 2030. Si tratta di un obiettivo dimezzato rispetto a quello fissato nel 2022. Per il resto, il 40% dei modelli sarà costituito dai veicoli ibridi plug-in e il rimanente 40% dalle auto a combustione interna. Ferrari ha seguito la strada intrapresa da altre grandi case automobilistiche del lusso come Porsche e Mercedes Benz, che si sono dovute scontrare con la resistenza degli acquirenti facoltosi a passare ai modelli parzialmente elettrici. Tutte quante stanno ora cercando di recuperare terreno in Cina, dove da diverso tempo le vendite sono stagnanti.
Gli analisti di JP Morgan Chase comunque sono fiduciosi "nella capacità del management di Ferrari di eseguire il suo piano a lungo termine, date le ampie prove che la domanda attualmente supera di gran lunga l'offerta", hanno scritto oggi in una nota di ricerca. "Stimiamo inoltre che l'azienda tragga vantaggio dallo stile di leadership del Ceo Benedetto Vigna, che ha sfidato l'azienda a capitalizzare la collaborazione per aumentare la velocità con cui abbraccia l'innovazione. Un imminente lancio di una Supercar potrebbe anche avere il potenziale per accelerare i profitti", hanno aggiunto.