Il settore dei titoli biotecnologici, o biotech, nell'ultimo mese e mezzo ha evidenziato un deciso rimbalzo a Wall Street grazie alle aspettative di una
Federal Reserve più accomodante. Da inizio novembre, infatti, l'indice S&P Biotechnology ha registrato un +26,9%, seppur rimanendo del 50% al di sotto del picco del 2021. Dopo il +4,85% messo a segno ieri, il benchmark è tornato in territorio positivo, lasciandosi alle spalle un
anno da incubo. Secondo i dati di Janus Henderson, a ottobre è stato registrato un record negativo: 232 società del settore avevano una capitalizzazione di mercato inferiore alle loro riserve di liquidità.
Gli sviluppatori hanno terribilmente sofferto l'aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale, ma soprattutto hanno pagato lo scotto del crollo della domanda dei farmaci pandemici. Uno degli esempi più eclatanti è stato Moderna, le cui azioni sono sprofondate del 56,24% quest'anno a Wall Street. L'azienda è stata una straordinaria protagonista nel biennio 2020-2021, quando ha immesso sul mercato il vaccino a mRNA contro il Covid-19, attirando una domanda stratosferica. Con la fine della pandemia e il crollo verticale delle vaccinazioni, gli introiti per la società sono fortemente diminuiti e con essi le quotazioni del titolo in Borsa.
Quanto ai tassi d'interesse, le biotecnologie sono particolarmente sensibili, perché puntano tutto sulla crescita futura e quindi i flussi reddituali attualizzati valgono meno con oneri finanziari più alti.
Il problema è stato anche che tra il 2020 e il 2021 c'è stato un boom di quotazioni in Borsa di start-up che forse non erano ancora pronte. Queste di solito raccolgono capitale privato fino a quando non sono sicure che i loro farmaci possono essere di successo sulla base dei dati clinici. Stavolta però, in preda all'euforia dei rialzi a Wall Street in quel periodo, hanno fatto il passo più lungo della gamba. "C'erano aziende che, se fossimo tutti onesti con noi stessi, probabilmente non erano pronte per essere quotate in Borsa", ha affermato Rahul Chaudhary, responsabile dei mercati dei capitali azionari sanitari presso Leerink Partners.
Azioni Biotech: le stime per il 2024
Il 2024 si presenta come un anno di grandi premesse per la tecnologia, alla luce del fatto che i tassi di interesse sono destinati a scendere. Ieri, nell'ultima riunione del 2023, la Fed ha annunciato che i tagli potrebbero essere tre nel prossimo anno, uno in più rispetto a quanto indicato in precedenza. Questo crea le condizioni per una continuazione del rally della biotecnologia.
"Penso che ci sia un ottimismo nascente in questo momento, con la speranza che l'anno prossimo il contesto dei tassi più bassi inizi ad aiutare il settore, che più aziende siano in grado di accedere al capitale e, soprattutto, che gli investitori generalisti, che sono stati assenti per tre anni, tornino a comprare", ha affermato Chaudhary.
Tuttavia, c'è un problema di valutazione in rapporto ai fondamentali delle aziende, soprattutto perché "alcune innovazioni proposte dalle società non sono state considerate molto", ha affermato Lorence Kim, managing partner di Ascenta Capital ed ex Chief financial officer di Moderna.
Dello stesso parere è Andy Acker, gestore di portafoglio sanitario di Janus Henderson. "Tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, molte società in fase iniziale hanno raggiunto valutazioni che non avevano alcun senso", ha detto, aggiungendo che bisogna "setacciare tra le macerie per cercare di identificare le aziende che sono state date per morte".
Chris Shibutani, analista di Goldman Sachs, invece ha avvertito che l'industria dovrà ancora affrontare sfide anche quando i tassi di interesse inizieranno a scendere. Tra queste le riforme dei prezzi dei farmaci e le imminenti elezioni presidenziali statunitensi.