L'acquisto di una partecipazione di minoranza di ITA Airways da parte di Lufthansa potrebbe aprire le porte a un consolidamento nel settore dell'aviazione in Europa. Non è un'impresa facile, perché si frappongono molti ostacoli, però sembra che il processo sia inevitabile per evitare che diverse compagnie spariscano completamente dal mercato a causa della concorrenza delle low-cost.
Lufthansa ha compiuto il primo passo, accordandosi la scorsa settimana per una partecipazione del 41% in ITA Airways, che pagherà attraverso un aumento di capitale da 325 milioni di euro. La mission del gruppo tedesco è quella di rendere redditizio un business come quello del successore di Alitalia che fa acqua da tutte le parti. Questo sarà da monito per tutte le altre compagnie che nei prossimi mesi intendono effettuare operazioni di aggregazione. "È un'ulteriore prova che il consolidamento nel settore delle compagnie aeree europee sta continuando. Il successo dipende dalla scala e dalla capacità di combinare la forza delle nostre operazioni sotto lo stesso tetto", ha detto l'Amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, a seguito dell'accordo.
Aviazione: le prossime operazioni di aggregazione
L'Europa è parecchio indietro rispetto agli Stati Uniti in tema di consolidamento sul fronte dell'aviazione. Secondo i dati di TRA Consulting, nel 2018 le prime cinque compagnie europee, di cui fa parte proprio Lufthansa, controllavano circa il 50% del mercato. Negli Stati Uniti, la quota sale all'86%, grazie ad una serie di operazioni di M&A eseguite negli anni precedenti.
Le situazioni al limite oggi nel Vecchio Continente riguardano soprattutto TAP Air Portugal, compagnia di bandiera del Portogallo, e Scandinavian Airlines, controllata dai governi svedese e danese. Per TAP Air, il governo portoghese è intenzionato a vendere e valuterà eventuali offerte. I player interessati riguardano proprio i big del settore: Lufthansa, Air France-KLM e International Airlines Group. Quanto a Scandinavian Airlines, un salvataggio pubblico è arrivato nel 2020 con la pandemia; il prossimo passo (inevitabile) sembra essere proprio quello di privatizzare l'azienda.
Per gli analisti, il quadro comunque è già delineato: nei prossimi anni da una parte vi saranno i tre colossi citati, che assorbiranno gli operatori più piccoli dall'altra agiranno le compagnie low-cost. Gli altri operatori che rimarranno in una posizione ibrida sono destinati a sparire. "Non saranno in grado di crescere come gli altri e quindi perderanno quota e attrazione, arrancando fino alla morte", ha affermato James Halstead, analista di Aviation Strategy.
Le difficoltà di un consolidamento
La strategia delle grandi compagnie aeree di inghiottire le altre in difficoltà sarà un'impresa molto ardua, perché l'obiettivo di trasformare un'azienda in perdita in una redditizia è tutt'altro che facile. Il problema è che il passaggio al carburante sostenibile - cinque volte più costoso rispetto a quello ad alto contenuto di carbonio - implica una lievitazione dei costi. Ciò spingerà inevitabilmente i consumatori verso le compagnie low-cost.
Anche in considerazione di questo aspetto, i giganti del settore aereo puntano su aree dove vi è una grande potenzialità di crescita. Ryanair ad esempio si sta concentrando sull'Europa orientale. "In Polonia siamo molto più avanti di LOT (compagnia aerea locale) e ci aspettiamo di rimanere lì per qualche tempo, continuiamo a crescere nella Repubblica Ceca e in molti altri Paesi dell'Europa orientale, Vediamo più opportunità in quell'area", ha recentemente dichiarato Neil Sorahan, Chief Financial Officer di Ryanair.