Tesla continua a tagliare i prezzi delle sue auto negli Stati Uniti. Nella tarda notte di domenica, il produttore di veicoli elettrici ha ridotto i prezzi della berlina Model S e del SUV Model X rispettivamente di 5 e 10 mila dollari.
La prima sforbiciata era avvenuta a gennaio del 2023 allorché la Model S era passata da un prezzo di 104.990 dollari a uno di 94.990 dollari, per arrivare adesso a 89.990 dollari. Il costo per acquistare una Model S Plaid da 135.990 dollari prima si è ribassato a 114.990 e poi a 109.990 dollari. Per quel che riguarda la Model X, il 13 gennaio 2023 è stata scontata a 109.990 dollari, da 120.990 dollari, oggi costa 99.990 dollari. La Model X Plaid è passata da 138.990 dollari a 119.990 dollari e poi a 109.990 dollari.
Model S e Model X, disponibili nelle edizioni base a trazione integrale (AWD) e Performance Plaid, hanno rappresentato circa il
4% delle consegne globali di Tesla nel 2022. I due modelli più economici, la berlina Model 3 e il crossover Model Y, hanno fatto il resto. "Il desiderio per le persone di possedere una Tesla è estremamente alto. Il fattore limitante è la loro capacità di pagarla", ha dichiarato l'amministratore delegato
Elon Musk, che in occasione dell'
Investor Day del 1° marzo aveva ribadito l'importanza di essere efficienti dal punto di vista produttivo tagliando i costi.
BYD: persi 18 miliardi di dollari per l'effetto Tesla
La politica adottata da Tesla sta mettendo in difficoltà la concorrenza, con il rischio di spazzare via dal mercato competitor che non sono in grado di sostenere i costi. Secondo Robert Mumford, gestore degli investimenti presso GAM Hong Kong Ltd, "è in corso un graduale cambiamento del settore, poiché tagli eccessivi dei prezzi possono portare gli acquirenti a trattenersi, in attesa di prezzi ancora più bassi, con un impatto eccessivamente negativo sul margine di tutti gli operatori. I prezzi di input più bassi fino ad oggi non sono in grado di compensare un impatto negativo sui margini".
Il principale antagonista della compagnia di Palo Alto in questo momento è il gigante cinese BYD, sostenuto da
Warren Buffett. L'azienda è diventata il principale produttore di veicoli a nuova energia (elettriche e ibride plug-in), ma ora viene messa a dura prova dal tentativo di spallata di Tesla.
Nell'ultimo mese BYD ha perso circa 18 miliardi di capitalizzazione, con le azioni a Wall Street che dal 1° febbraio sono diminuite del 14%, mentre nello stesso periodo Tesla ha guadagnato il 9%.
Gli investitori stanno cominciando a nutrire dubbi sulla capacità di BYD di resistere alla guerra dei prezzi innescata dalla società californiana, ma che ora è seguita anche dai rivali cinesi NIO e Xpeng. Tuttavia, secondo alcuni analisti, BYD sarà in grado di reggere bene grazie al suo migliore potere di determinare i prezzi. Non solo, la compagnia con sede a Shenzhen esercita il controllo della maggior parte della sua catena di approvvigionamento dal momento che produce anche chip e batterie.
"Alcuni operatori potrebbero essere costretti ridurre la liquidità per guadagnare quote di mercato e migliorare l'effetto di scala, il che porterà a un'intensificazione della concorrenza e a un consolidamento del mercato. Nel lungo termine, riteniamo che il consolidamento rafforzerà ulteriormente la quota di mercato di BYD", hanno scritto Jeff Chung e Beatrice Lam, analisti di Citigroup, in una nota.