Boeing potrebbe effettuare un aumento di capitale di almeno 10 miliardi di dollari per raccogliere la liquidità necessaria a risolvere gli attuali problemi finanziari. Secondo fonti anonime, la raccolta di fondi freschi non avverrà prima di un mese. Tutto ciò nell'ipotesi che il produttore di aerei americano riesca a risolvere il problema degli scioperi dei lavoratori.
La società sta lottando per cercare di mantenere il suo rating di credito investment grade che le permette di ottenere finanziamenti a costi contenuti per colmare un debito da 58 miliardi di dollari, ma se non pone fine ai suoi problemi legati alle riserve di liquidità il downgrade potrebbe essere imminente. Per questo motivo, la società sta pensando a una ricapitalizzazione, che sarebbe la più grande da parte di una società quotata da giugno, ossia da quando il colosso petrolifero Saudi Aramco ha collocato azioni per 12,3 miliardi di dollari.
L'azionariato però subirà effetti diluitivi, per cui la reazione degli investitori a Wall Street all'indiscrezione finora è stata negativa, con le
azioni Boeing che poco dopo l'avvio delle contrattazioni a Wall Street perdono circa 2 punti percentuali.
Boeing: l'incidente e gli scioperi
I problemi per Boeing sono iniziati a gennaio di quest'anno quanto un incidente ha coinvolto l'aereo di linea 737 Max. Da allora il produttore di aerei ha rallentato la produzione del velivolo interessato nella sciagura e anche di altri jet, messo alle strette dalla pressione delle autorità di regolamentazione. La scorsa settimana il
National Transportation Safety Board degli Stati Uniti ha dichiarato che più di 40 operatori stranieri di Boeing potrebbero utilizzare aerei 737 Max con componenti del timone rischiosi per la sicurezza, anche se non sono state identificate le compagnie aeree che potrebbero essere interessate. La raccomandazione dell'authority ricade nella categoria di urgenza.
La situazione per Boeing si è esacerbata con 33 mila lavoratori che sono entrati in sciopero, con richieste salariali che al momento non hanno trovato un punto di incontro con la società. Boeing ha proposto due aumenti, ma l'offerta è stata puntualmente respinta. I mediatori sono al lavoro per superare l'impasse, mentre il tempo stringe in quanto l'azienda continua a bruciare liquidità. Nel corso dei primi sei mesi dell'anno, Boeing ha polverizzato 8,25 miliardi di dollari in cassa e secondo gli analisti nel terzo trimestre il deflusso aumenterà di 3,36 miliardi di dollari.
JP Morgan Chase stima che lo sciopero rappresenterà un costo di circa 1,5 miliardi di dollari per ogni mese di sciopero. Fitch Ratings ha avvertito che un prolungamento dell'assenza dal posto di lavoro potrebbe avere "un impatto operativo e finanziario significativo, con l'aumento del rischio di un declassamento". Tutto ciò si è riflesso in Borsa, con le azioni che hanno perso il 42% del loro valore quest'anno, il quale potrebbe essere il peggiore dalla grande crisi del 2008.
Come sta reagendo l'azienda
Oltre ai movimenti per cercare di uscire dallo stallo con gli scioperi dei lavoratori, Boeing prova a tamponare la voragine finanziaria raccattando liquidità. Ad aprile ha emesso obbligazioni per 10 miliardi di dollari a seguito della pubblicazione dei dati del primo trimestre. La società punta a mantenere il rating attuale, essenziale per poter accedere a condizioni migliori al mercato finanziario.
Al riguardo Brian West, Chief financial officer dell'azienda, ha dichiarato il mese scorso che verranno intraprese "tutte le azioni necessarie per preservare il rating e riparare il bilancio". In tale contesto, Boeing ha avviato un piano di risparmio che riguarda in particolare il costo del personale. La società inoltre punta a un portafoglio ordini di 5.490 aeromobili, che rappresentano circa 500 milardi di dollari di entrate.