Gli investitori di Alphabet hanno subito una doccia fredda, con le
azioni di classe A precipitate del 7,26% nell'ultima seduta a Wall Street, dopo aver ricevuto la notizia che
Apple sta valutando di rompere l'accordo per mantenere Google come motore di ricerca principale per iPhone e iPad.
Secondo quanto dichiarato da
Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi Apple, in una testimonianza davanti al tribunale degli Stati Uniti in tema di Antitrust, Cupertino sta avendo
colloqui con alcune start-up di intelligenza artificiale, tra cui Perplexity, Anthropic, xAI di Elon Musk e la cinese
DeepSeek per offrire strumenti di ricerca alternativi a Google. In pratica, attraverso il browser proprietario Safari, gli utenti possono scegliere di inserire nell'elenco gli strumenti impostandoli come opzione preferita.
Nell'ultimo anno, Apple ha sviluppato l'AI (Artificial Intelligence) per l'iPhone, incluso l'accesso a ChatGPT di OpenAI attraverso l'assistente vocale Siri. Altre funzionalità sono state rinviate, il che ha fatto temere un ritardo rispetto ai competitor nella corsa alla nuova tecnologia che sta rivoluzionando i piani delle aziende. Cue ha affermato che l'intelligenza artificiale "ha aperto per la prima volta la porta a una seria concorrenza con Google nella ricerca".
Cosa significa la mossa di Apple su Google
Se Apple deciderà di sganciarsi da Google, gli effetti potrebbero essere rilevanti per le due Big Tech. Alphabet paga fino a 20 miliardi di dollari l'anno a Apple perché venga usato Google come motore di ricerca predefinito. L'accordo però porta al gigante di Mountain View centinaia di milioni di utenti, potenziando la sua attività principale determinata dalla pubblicità.
Il colpo per Apple sarebbe quindi importante, visto che al momento i competitor non sono in grado di sborsare quanto Google. Tuttavia, i clienti stanno lentamente abbandonando la loro abituale modalità di ricerca online. Ad aprile, il numero di query su Google nei dispositivi Apple è diminuito per la prima volta, con il passaggio degli utenti all'intelligenza artificiale, ha sottolineato Cue.
"I cambiamenti tecnologici creano queste opportunità" e quindi "penso che i fornitori AI alla fine diventeranno opzioni in Safari come alternative ai motori di ricerca", ha ribadito. In altri termini, Apple potrebbe alla fine stare meglio senza accordi esclusivi e con la possibilità di prendere una fetta delle entrate dal maggior numero possibile di fornitori, ricreando essenzialmente il modello di business dell'App Store ma per la ricerca AI.
Tra l'altro, l'accordo di lunga data tra Apple e Google è minacciato dal Dipartimento di Giustizia con cui Alphabet è in causa per la questione dei monopoli. Gli investitori temono che una sconfitta di Alphabet in tribunale possa rappresentare un pericolo per le due società. Ciò non toglie che le dichiarazioni di Cue abbiano trasmesso un certo sgomento che si è riflesso nelle quotazioni in Borsa.
Per inciso, anche le
azioni Apple sono scese a Wall Street, perdendo l'1,14%. "La reazione del mercato evidenzia il nervosismo degli investitori sull'impatto delle app di intelligenza artificiale conversazionale sul business di ricerca tradizionale di Google, che è il cavallo di battaglia finanziario dell'azienda", ha detto Colin Sebastian, analista di Baird, in una nota. "Ciò che riteniamo sia meno apprezzato è la sfida di costruire un'attività pubblicitaria basata sulla ricerca e sull'intelligenza artificiale. Potrebbero volerci anni prima che i concorrenti eguaglino le capacità di Google nel mercato pubblicitario".
La rivelazione di Cue però potrebbe produrre l'effetto positivo di minimizzare l'importanza dell'accordo con Google, convincendo il giudice a non stravolgerlo. Ciò potrebbe essere un passo importante per approfondire la partnership sull'intelligenza artificiale. "È logico che Apple possa evidenziare i punti dati a sostegno della narrativa secondo cui Google non è anticoncorrenziale nella ricerca", ha detto in una nota l'analista di Jefferies LLC, Brent Thill.