Dopo esser arrivate a perdere oltre il 5% nel corso della seduta, le azioni Alibaba hanno chiuso in rosso dell'1,98%. Il sell-off è partito a seguito di un report del Financial Times sulle vendite di titoli da parte di uno dei suo più importanti azionisti, Softbank. Lo studio, che si basa sui documenti normativi depositati presso le autorità finanziarie, mostra che il colosso finanziario giapponese ha venduto quest'anno oltre 7 miliardi di dollari in azioni Alibaba mediante contratti a termine, che si aggiungono ai 29 miliardi di dollari dello scorso anno.
Questi contratti prevedono che la società finanziaria presta le azioni a un broker per la vendita, che avviene a certe scadenze dietro commissione. Inoltre permettono alla holding di riacquistare le azioni. Con tali vendite, la partecipazione di SoftBank in Alibaba si ridurrà al di sotto del 4%, contro il 14,6% detenuto a fine settembre. La nuova quota è molto lontana da oltre il 30% di qualche anno fa, prima dell'avvio delle dismissioni.
Alibaba: ecco perché SoftBank ha venduto le quote
La vendita di quote del conglomerato con sede a Minato, Tokyo, arriva nonostante l'azienda potrebbe incassare nuova liquidità dalla riquotazione in Borsa di Arm, la sua unità di progettazione di chip. La società britannica negoziava alla Borsa di Londra fino al 2016, anno in cui era stata acquisita da SoftBank per 32 miliardi di dollari. Ora, entro la fine dell'anno, il piano è di farla diventare nuovamente pubblica con una quotazione che avverrà probabilmente a Wall Street, in quello che potrebbe essere il debutto più grande della storia dei semiconduttori.
Tuttavia, l'esigenza di denaro fresco da parte di SoftBank è tanta, alla luce delle perdite contratte dalla sua unità d'investimento Vision Fund. Il fondo aveva puntato su centinaia di start-up, ma nell'ultimo anno l'aumento dei rendimenti non ha giocato a favore. SoftBank ha cominciato a liquidare le azioni di Alibaba, che nel frattempo erano crollate per effetto della repressione normativa delle autorità cinesi sui grandi gruppi tecnologici. Negli ultimi 14 mesi, il colosso nipponico ha incassato una media di 92 dollari per azione dalle vendite a termine di 389 milioni di titoli Alibaba, a un livello cioè di molto inferiore rispetto al picco storico di 317 dollari del gigante e-commerce.
Tutto ciò ha spinto SoftBank dapprima a interrompere nuovi investimenti, poi a tagliare il personale presso la divisione Vision Fund. Questa settimana inoltre ha dichiarato che prevede la vendita di SoftBank Ventures Asia Corp, la sua sezione di venture capital. Tali operazioni rientrano in un contesto in cui l'azienda ha comunicato che darà priorità alla disciplina finanziaria, monetizzando quanto più possibile.
Il commento degli analisti
Gli analisti provano a spiegare la mossa di SoftBank, inquadrandola nel contesto generale in cui la società si sta muovendo in questo momento storico. "Forse alcuni si aspettavano che avrebbero potuto rallentare il ritmo delle loro vendite (di azioni Alibaba, ndr) ora che la loro
IPO di Arm si sta avvicinando al completamento, ma alla fine tutto ciò che stanno facendo rientra nell'ambito di ciò che hanno detto al mercato", ha dichiarato Jon Withaar, Head of Asia Special Situations di Pictet Asset Management.
A giudizio di Shinji Moriyuki, analista di SBI Securities, "l'ambiente normativo cinese nel settore Internet è diventato drasticamente più duro negli ultimi anni, e questo è semplicemente SoftBank che risponde al contesto in evoluzione, come ha già fatto". Per questo motivo, "é ben all'interno del regno delle aspettative che la percentuale di azioni cinesi sul totale degli investimenti si ridurrà ulteriormente".
Qualcuno invece mette in gioco la possibilità che questa operazione di monetizzazione da parte del colosso finanziario del Sol Levante apra le porte a un futuro riacquisto delle azioni Alibaba. "Riteniamo che i progressi nella monetizzazione delle attività aumenterebbero le possibilità di un annuncio di riacquisto", ha affermato l'analista di Citibank Mitsunobu Tsuruo.