Le società estere che intendono quotarsi a Wall Street possono farlo attraverso uno strumento molto utilizzato: le ADR. La sigla sta per American Deposit Receipt e riguarda ricevute che vengono emesse in rappresentanza delle azioni, aventi le stesse caratteristiche ma che sono uno strumento diverso. A emettere questi certificati sono le banche americane, che acquistano una certa quantità di azioni della società straniera e contestualmente collocano dei documenti, ognuno dei quali corrisponde a una o più azioni, o ancora a una frazione di esse. Quindi, gli investitori non acquistano azioni sul mercato, ma solo documenti rappresentativi delle stesse. Questi però offrono gli stessi diritti e anche il prezzo coincide per via degli arbitraggi. Tuttavia, possono verificarsi sporadiche e brevi situazioni di mercato in cui il prezzo diverge, ad esempio nelle fasi di grande volatilità.
Le società che vedono le ADR quotate in Borsa hanno il vantaggio di raccogliere maggiori capitali (grazie alla banca emittente che compra le azioni) nel mercato più grande del mondo, oltre a migliorare la loro visibilità. Gli investitori possono evitare di dover entrare nei mercati del Paese di provenienza delle società che a volte sono costosi e rigidi nelle regole. Tra le società che hanno quotato le ADR a Wall Street vi è Shell, la compagnia energetica più grande della Gran Bretagna. Nel prossimo paragrafo conosceremo più da vicino il percorso della major alla Borsa americana, riportando i fatti salienti che lo hanno caratterizzato.
Le ADR Shell a Wall Street
Prima dell'unificazione societaria in Royal Dutch Shell conclusasi il 20 luglio 2005, le ADR a Wall Street erano scambiate come RD (Royal Dutch) e SC (Shell). Da allora, il titolo è diventato Shell e porta la dicitura SHEL. L'esperienza alla Borsa americana del colosso energetico britannico è stata contrassegnata da periodi di grande splendore, seguiti anche da ricadute dolorose. Una delle grandi débâcle avvenne nel 2008 con la grande crisi finanziaria. A maggio di quell'anno, le ADR avevano raggiunto il massimo storico di 88,73 dollari, ma la tempesta finanziaria che si abbatté sulle Borse mondiali fece precipitare le quotazioni. A marzo del 2009, le quotazioni scivolarono a poco più di 38 dollari, con la crisi economica che fece crollare il prezzo del petrolio.
La ripresa fu lenta ma nel 2014 le ADR Shell recuperarono gran parte del loro valore. A luglio di quell'anno le quotazioni toccarono 83,42 dollari, ma una nuova ondata ribassista sui combustibili determinò un altro sell-off sulle ADR, che ripiombarono sotto i 40 dollari toccando un minimo di periodo di 35,80 dollari a gennaio 2016. Da quel momento si aprì una nuova fase rialzista e le ricevute risalirono gradualmente fino a superare la soglia dei 70 dollari nel 2019. L'arrivo della pandemia a marzo 2020 e la guerra sull'offerta di petrolio all'interno dell'OPEC+ tra Arabia Saudita e Russa che spinse i futures sul greggio in territorio negativo per la prima volta nella storia, determinarono l'ennesimo shock e le ADR Shell affondarono nuovamente. Stavolta il calo in Borsa fu più cospicuo e a marzo 2020 i certificati valevano 21,25 dollari ciascuno.
L'uscita dalla pandemia risvegliò la domanda dei combustibili e la compagnia energetica ne trasse ovviamente giovamento. Ciò si riflesse sui prezzi delle ADR, tornate a salire. Un grande catalizzatore fu la guerra Russia-Ucraina, scoppiata a febbraio del 2022. Da allora si innescò una violenta crisi energetica per il taglio delle forniture di gas e petrolio da Mosca, con i prezzi degli idrocarburi che volarono alle stelle.
Quell'anno, le quotazioni del gas si impennarono fino a 340 euro a megawattora alla Borsa di Amsterdam, record di sempre, mentre il prezzo del petrolio schizzò fino a 140 dollari al barile, livello che non vedeva da decenni. Di conseguenza, i profitti delle compagnie energetiche come Shell lievitarono e, in un contesto generale di sell-off sulle Borse mondiali, le azioni delle aziende di gas e petrolio realizzarono un rally imperioso. Oggi, le ADR Shell a Wall Street quotano 65,86 dollari, per una capitalizzazione della società di 209,16 miliardi di dollari (dati aggiornati al 16 marzo 2024).