- Ancora un giornata di euforia a Wall Street con crescita di tutti i settori dello S&P, rallenta l'Asia;
- Lo yen perde terreno sulle principali valute a dimostrazione di un clima di fiducia nei mercati;
- Il Dax ritraccia cercando punti da cui ripartire al rialzo.
Le Borse americane non si fermano più
L'avvicinarsi del grande evento di domani che dovrebbe sancire definitivamente la fase uno dell'accordo trasmette grande euforia ai mercati azionari, almeno in Usa dove i listini raggiungono nuovi record. Ormai è tutto definito e sembra proprio che la Cina si sia mostrata incline ad acquistare maggiori prodotti agricoli statunitensi, ad aprire ai capitali stranieri e, cosa non indifferente, a non effettuare manipolazioni valutarie. Quest'ultimo aspetto le è valsa la rimozione da parte di Washington dalla lista nera dei paesi accusati di manovrare il cambio.
La nuova "amicizia" quindi tra Usa e Cina è stata salutata favorevolmente dagli operatori che si sono gettati a capofitto negli acquisti di aziende tecnologiche come Tesla e Apple. Al Nasdaq grande rilevanza anche per Netflix che sale del 3% beneficiando di oltre 20 nomination per gli oscar del 2020.
Le borse asiatiche, invece, sono più contratte, nonostante i buoni dati macroeconomici diffusi nella notte. Infatti le esportazioni sono salite del 9% in dicembre rispetto all'1,3% di novembre e al consensus che le dava al 3%. Certamente c'è da valutare il periodo natalizio ma non si può trascurare la presa di fiducia da parte di tutti gli operatori del settore degli scambi commerciali in virtù della distensione dei rapporti tra le due superpotenze.
Nel valutario vola il loonie
Quando il mare è calmo, i beni rifugio non si agitano più e quindi oro, petrolio e yen perdono posizioni. Il cross usd.jpy supera nella notte la soglia psicologica di 110 e potrebbe accelerare se eventi esterni non impattano negativamente sui mercati. Sul forex il denaro a pioggia della Fed ha meno influenza rispetto all'azionario quindi la discriminante che può far correre gli investitori a rifugiarsi nello yen può venire solo da quelle variabili che in questi ultimi tempi hanno tenuto con il fiato sospeso gli equilibri internazionali e cioè la guerra in Medio Oriente, la questione dazi e anche Brexit.
Il dollaro americano, comunque, si indebolisce nei confronti delle monete dei paesi emergenti come la rupia indiana che segna nuovi massimi e rispetto allo yuan per via della decisione di rimuovere la Cina dalla lista nera sui cambi.
L'Europa è sempre zoppicante
Nel vecchio continente le borse accusano una battuta d'arresto, ma il Dax mantiene una view positiva rimanendo comunque sopra la media mobile veloce a 25 che fa pensare ad una ripresa, almeno nel breve, del rally rialzista. Il supporto di 13.400 punti potrebbe essere un ottimo punto di ingresso.
Il bund tedesco rimane ancorato a -0,16% di rendimento mentre Citigroup rileva che, nel caso le previsioni di inflazione a 5 anni dovessero passare da 1,3% a 1,4%, ci potrebbe essere una risalita almeno di 30 punti base del bond governativo della locomotiva tedesca.
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