Uranio arricchito: cos'è e suo ruolo nel programma nucleare dell'Iran | Investire.biz

Uranio arricchito: cos'è e suo ruolo nel programma nucleare dell'Iran

07 lug 2025 - 10:43

L'uranio arricchito è stato al centro dell'attenzione ultimamente con la guerra scoppiata tra Israele e Iran. Ecco cos'è e perché è importante in questo momento

Lo scorso mese il mondo intero è rimasto sgomento quando è scoppiata la guerra tra Israele e Iran, con il successivo intervento degli Stati Uniti. Il tema di fondo di tutto il caos è stato l'uranio arricchito. L'Iran aveva raggiunto un livello di arricchimento del minerale considerato pericoloso per la sicurezza di Israele e non solo.
 
Così la difesa del premier Benjamin Netanyahu ha lanciato una sfilza di attacchi aerei per distruggere i siti nucleari iraniani, il che ha avuto la pronta risposta militare di Teheran. Dopo un breve periodo di attesa, sono scesi in campo gli Stati Uniti a fianco dello Stato ebraico per bombardare con i suoi potenti ordigni GBU-57 i bunker in cui l'Iran custodiva le centrali di uranio. Tutto si è risolto alla fine con un cessate il fuoco, in attesa di riavviare i colloqui sul nucleare tra Washington e Teheran. Ma cos'è in realtà l'uranio arricchito? E perché è così importante nel programma nucleare dell'Iran?
 
 

Uranio arricchito: cos'è

L'uranio è un minerale scoperto nel 1789 che in natura è formato essenzialmente da due isotopi, ossia particelle con delle proprietà chimiche differenti tra di loro per nucleo e numero di neutroni. Un isotopo è l'uranio-235 e l'altro è l'uranio-238.
 
Sulla crosta terrestre, l'uranio è composto quasi esclusivamente da U-238 (per il 99,275%) e per il resto da U-235. In verità, è presente un altro isotopo, l'U-234 ma con una percentuale trascurabile. Tutte queste particelle sono radioattive, in particolare l'U-235. Quest'ultimo è in grado di sostenere una reazione nucleare a catena quando si trova in una concentrazione di almeno il 3%. L'U-238 può avere lo stesso effetto solo dopo essere trasformato in plutonio in un reattore atomico. In sostanza, quindi, l'uranio estratto dalle miniere deve essere arricchito in U-235, o in altri termini potenziato, per scatenare certe reazioni.
 
Come fare? Il metodo più utilizzato è quello della centrifugazione a gas, ossia far girare ad alta velocità un gas di esafluoruro di uranio in modo che gli isotopi U-238 si dilatino verso l'esterno e quelli U-235 convergano verso il centro. Questa separazione è minima con una singola centrifuga, quindi ne occorrono molteplici per arrivare a un vero arricchimento. Una volta che i due isotopi sono separati, accade un'estrazione di gas concentrato di U-235 che viene trasformato in diossido di uranio, utilizzato come combustibile.
 

Uranio arricchito: a cosa serve?

L'uranio può essere utilizzato a livello civile e a livello militare. Nel primo caso, è sufficiente un arricchimento fino al 4% per scatenare reazioni utili allo sfruttamento in ambito energetico e industriale. Oltre quel limite, si sconfina in ambiti più pericolosi. Ad esempio, al 20% può essere impiegato nei reattori navi e sottomarini a propulsione atomica. A questa soglia si parla di uranio altamente arricchito. Per costruire una bomba nucleare, invece, occorre un arricchimento nei pressi del 90%. Quando, durante la seconda guerra mondiale, fu sganciata l'atomica su Hiroshima dagli americani, gli scienziati nucleari avevano progettato un arricchimento di oltre l'85%. La bomba su Nagasaki era invece a plutonio.
 
La parte di scarto che rimane dopo l'arricchimento dell'uranio compone il cosiddetto uranio impoverito. Si tratta in pratica di un minerale residuo formato da alte percentuali di U-238 che presenta una minore radioattività rispetto all'uranio in natura, ma pur sempre con livelli di tossicità pericolosi. L'uranio impoverito viene comunque utilizzato dalle centrali nucleari civili per essere miscelato con il plutonio. 
 
 

Il programma nucleare dell'Iran

Per comprendere cosa è successo veramente negli ultimi tempi in Medio Oriente, bisogna fare un salto indietro nel tempo al 2003, quando in Iran sono stati scoperti impianti nucleari non dichiarati, in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare firmato da Teheran insieme ad altri 190 Paesi. L'obiettivo del patto era quello di prevenire la diffusione e l'utilizzo di armi atomiche, incoraggiando il disarmo e promuovendo la pace mondiale. Da allora i sospetti sul governo iraniano si sono intensificati e sono scattati provvedimenti disciplinari come le sanzioni economiche.
 
Nel 2015, tuttavia, è stata firmata un'intesa - Piano d'azione congiunto globale - tra Iran e nazioni come Stati Uniti, Cina, Russia, Germania, Regno Unito e Francia per limitare il programma nucleare a Teheran in cambio della revoca delle sanzioni. In pratica, il piano stabiliva che l'Iran poteva arrivare solo fino a 3,67% di uranio arricchito, quindi una quota bastante per usi a scopo energetico e scientifico senza eccedere con la produzione di armi. Nel 2021, però, l'allora presidente dell'Iran Hassan Rohani ha annunciato l'attivazione di moderne centrifughe per l'arricchimento più rapido, precisando però che tutte le attività nucleari avevano scopi civili. Il punto è però che il minerale è stato arricchito fino al 20%. Il patto quindi non è stato rispettato e la situazione è andata di male in peggio.
 
Il mese scorso l'Aiea - l'Agenzia internazionale per l'energia atomica - ha rilevato che l'arricchimento iraniano dell'uranio era arrivato addirittura al 60%. Una quantità che permette di costruire alcune bombe nucleari e conduce sulla buona strada per l'arrivo alla bomba atomica. Ma perché è scoppiata la guerra? Il nocciolo della questione è che il pericolo derivante dall'Iran è considerato concreto. La nazione è una teocrazia che prevede nella sua Costituzione la distruzione dello Stato di Israele per ragioni religiose.
 
 
Se l'Iran si armasse di una bomba atomica, è possibile che non esiterebbe a sganciarla verso il nemico di sempre. Sentendosi minacciata, Israele ha deciso di attaccare con una serie di raid missilistici le aree in Iran dove veniva effettuato l'arricchimento dell'uranio. Tuttavia, alcuni siti erano situati nei bunker, che per essere perforati richiedevano armi più potenti di quelli utilizzati dalle forze armate israeliane. Per questo sono entrati in azione gli Stati Uniti con i loro "bunker buster" in grado di distruggere i depositi sotterranei. Il resto è storia recente. Il conflitto per ora si è assopito. Nulla esclude però che la situazione possa rivivere una nuova fase di tensioni.
 
 
 
 

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