Le case automobilistiche tedesche stanno tremando all'idea che il neo presidente eletto USA
Donald Trump possa imporre dazi generalizzati all'Europa. Finora il leader repubblicano ha annunciato tariffe del 25% per tutte le merci importate da Canada e Messico e del 10% per quelle che entrano negli Stati Uniti dalla Cina. Il Vecchio Continente è stato risparmiato, per ora. La sensazione però è che una volta insediatosi alla Casa Bianca, Trump userà la mano pesante anche verso l'altra sponda dell'Atlantico. Questo per i colossi tedeschi dell'automotive rischia di trasformarsi in una disfatta.
La Germania è oggi di gran lunga il più grande esportatore europeo di auto negli Stati Uniti, con 23 miliardi di euro di veicoli inviati nel 2023 (dati Eurostat e ING Research). Si tratta del 15% dell'export totale della Germania verso gli USA. Per Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW, l'introduzione di queste tariffe potrebbe rappresentare un elemento decisamente negativo, in quanto rischiano di vedere crollare le proprie vendite in un momento a dir poco delicato. La "Detroit d'Europa" ha emesso profit warning negli ultimi mesi a causa della debolezza della domanda cinese. Se dovessero arrivare cattive notizie anche dagli Stati Uniti, gli effetti potrebbero essere devastanti.
"Il settore automobilistico tedesco sembra essere significativamente esposto alle minacce tariffarie di Trump", ha affermato Rico Luman, economista senior per i trasporti e la logistica presso la banca olandese ING. "La potenziale imposizione di dazi sulle case automobilistiche tedesche peggiorerebbe quindi ulteriormente una situazione già grave".
Le case automobilistiche tedesche diventeranno americane?
A settembre, durante la campagna elettorale, Trump si è impegnato a raggiungere un obiettivo importante. "Voglio che le case automobilistiche tedesche diventino americane, costruendo gli impianti qui", ha tuonato. Sul come fare è presto detto: imporre dei dazi che le costringano a costruire gli stabilimenti negli Stati Uniti per vendere direttamente nel territorio senza tariffe.
Attualmente oltre il 90% dei veicoli Volkswagen venduti nel territorio americano sono prodotti in Nord America e rientrano nell'accordo di libero scambio tra USA, Canada e Messico. Il punto è che con le tariffe del 25% annunciate da Trump, l'accordo salta e Volkswagen non sarà più esente da dazi. Mercedes Benz produce autovetture e furgoni in 12 località chiave degli Stati Uniti. Mentre BMW, oltre al più grande impianto di produzione dell'azienda al mondo nella Carolina del Sud, ha un'impronta nazionale in 12 Stati americani.
"C'era retorica durante la campagna elettorale, ma ci sarà una certa pressione sulle importazioni, sia attraverso dazi, sia attraverso una sorta di altra azione unilaterale", ha affermato Michael Robinet, direttore esecutivo della consulenza automobilistica presso S&P Global Mobility. Tuttavia, l'esperto sottolinea che con una disoccupazione americana intorno al 4%, "cercare di portare molto lavoro aggiuntivo negli Stati Uniti sarà problematico".
Ad ogni modo, l'Europa deve andare per la sua strada sebbene i dazi trumpiani siano una brutta notizia nel breve termine, ha affermato Julia Polscanova, direttore senior per i veicoli e le catene di approvvigionamento della mobilità elettrica presso il gruppo Transport & Environment. "Penso sia importante che l'Europa continui il suo corso, che si tratti del Green Deal europeo o dell'agenda dell'elettrificazione. Trump rischia di mettere l'America indietro su molte di queste tecnologie pulite e veicoli elettrici, quindi è un'opportunità per l'Europa di accelerare allo stesso tempo", ha detto.