Le azioni dei produttori statunitensi di terre rare e minerali critici sono volate al rialzo ieri, in scia all’annuncio della Cina di nuove restrizioni sulle esportazioni, alimentando le aspettative che l’amministrazione Trump acceleri gli investimenti per costruire una filiera nazionale indipendente.
Tra i titoli USA più performanti Rare Earth è salita del 15%, NioCorp Developments del 12%, Ramaco Resources oltre l’11%, Energy Fuels del 9% e MP Materials del 2%. Anche Albemarle, Trilogy Metals e Lithium Americas hanno registrato rialzi tra il 2% e il 5%. Vediamo cosa succede.
Terre rare: le nuove regole cinesi
Secondo il Ministero del Commercio cinese, le aziende straniere dovranno ottenere una licenza per esportare prodotti contenenti terre rare per una percentuale pari o superiore allo 0,1% del valore dei beni. L’autorizzazione sarà necessaria anche per i prodotti realizzati con tecnologie cinesi di estrazione, raffinazione o riciclo dei magneti. Le norme entreranno in vigore gradualmente a partire dal 1° dicembre 2025.
Le restrizioni arrivano prima dell’incontro previsto tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente USA, Donald Trump, in occasione dell’Asia-Pacific Economic Cooperation Forum in Corea del Sud, e rafforzano la posizione di Pechino nelle trattative commerciali.
Le conseguenze sul mercato USA e impatto globale
Il governo USA ha dichiarato che sta valutando l’impatto delle nuove regole, che sono state introdotte senza preavviso e mirano a esercitare un maggiore controllo sulle filiere tecnologiche globali. Le terre rare sono essenziali per armi, veicoli elettrici, robotica ed elettronica, rendendo la dipendenza dagli approvvigionamenti cinesi un tema di sicurezza nazionale.
Negli ultimi mesi, l’amministrazione Trump ha investito in MP Materials, Lithium Americas e Trilogy Metals per sostenere lo sviluppo di una filiera interna di terre rare e ridurre la dipendenza dalla Cina. I vertici delle aziende coinvolte vedono nella mossa cinese un incentivo a rafforzare la produzione domestica.
La Cina controlla circa il 70% dell’estrazione e il 93% della produzione di magneti a livello mondiale. Le nuove regole mirano a proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali e a prevenire l’uso improprio delle terre rare in ambito militare e in settori sensibili.
Le aziende statali cinesi hanno accolto favorevolmente le restrizioni: le azioni di China Northern Rare Earth sono aumentate del 10% a Shanghai, mentre Rising Nonferrous Metals Share ha registrato un +6%. Sul piano internazionale, nonostante gli sforzi statunitensi per creare una filiera indipendente, la Cina mantiene un ruolo dominante, con possibili ripercussioni su prezzi e disponibilità di HDD, display, dispositivi elettronici e batterie nei prossimi anni.