L’Unione Europea ha lanciato ufficialmente un nuovo strumento per sostenere il lavoro a orario ridotto, come la cassa integrazione. Il programma si chiamerà SURE, acronimo di “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency”, ovvero “supporto per mitigare i rischi di disoccupazione in un’emergenza”, si tratta di un fondo garantito da tutti i paesi dell’Unione atto a implementare strumenti di sostegno al reddito tipo la cassa integrazione. Questo nuovo strumento potrebbe basarsi su quello utilizzato in occasione della crisi del debito sovrano europeo, con la creazione dell’EFSM, l’European Financial Stabilisation Mechanism (organismo poi sostanzialmente sostituito dal MES), che era un programma di finanziamento di emergenza basato su fondi raccolti sui mercati finanziari e garantiti dalla Commissione europea, che utilizzava il bilancio dell’UE come garanzia. Il SURE dovrebbe mobilitare risorse fino a 100 miliardi di euro e consentirebbe all’Italia e agli altri Stati dell’Unione di usare i fondi strutturali europei non ancora spesi in modo più flessibile: vengono meno i vincoli di cofinanziamento nazionale o di particolari destinazioni funzionali o territoriali. Questo sarà possibile grazie a garanzie degli Stati membri per 25 miliardi di euro.
Secondo Bruxelles, grazie a questo nuovo strumento, molte persone riusciranno a mantenere il posto di lavoro durante la crisi provocata dalla pandemia di Coronavirus e potranno ritornare a lavorare a tempo pieno, una volta che l’emergenza sanitaria sarà passata e la domanda di beni e servizi si sarà ripresa. “Abbiamo imparato la lezione della crisi finanziaria, quando gli Stati che avevano strumenti simili sono stati capaci di ripartire più rapidamente, dato che le aziende non avevano dovuto licenziare dipendenti, mantenendo quindi intatto il loro potenziale produttivo. Questo è il motivo per cui abbiamo sviluppato un concetto di lavoro di breve durata. Ha lo scopo di aiutare l'Italia, la Spagna e tutti gli altri paesi che sono stati duramente colpiti. E lo farà grazie alla solidarietà degli altri Stati membri”, ha spiegato la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
SURE: come funziona
L’idea dietro al SURE è semplice: se non ci sono ordini, le imprese non dovrebbero licenziare i propri lavoratori. Invece, lavorare meno è uguale a lavorare tutti. Con un sussidio pubblico per la riduzione dell’orario di lavoro si ammortizzano gli effetti della crisi in termini di perdita degli occupati. Dal punto di vista tecnico, il nuovo strumento della Commissione UE è in linea con l’articolo 122 comma 2 del Trattato, secondo il quale uno Stato membro può aver diritto a una assistenza finanziaria della UE quando “si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo”. Il meccanismo evita quindi il licenziamento e introduce programmi di formazione per i lavoratori inattivi. A questi potranno essere insegnate, per esempio, nuove competenze che andranno a loro beneficio e di riflesso anche alle imprese. In questo modo le persone possono continuare ad avere un reddito e quindi una capacità di spesa, evitando così il totale congelamento dell’economia. Una volta terminata l’emergenza sanitaria i lavoratori torneranno a seguire i consueti orari e le modalità di lavoro previste dall’azienda.
Non è stato tuttavia chiarito come sarà finanziato SURE, se attingendo al fondo comune, alle risorse della BCE e della BEI o se si ricorrerà alle risorse private, quindi con una possibile emissione di Eurobond creati ad hoc. In quest’ultimo caso, anche Germania e Olanda dovrebbero essere favorevoli, dal momento che gli ipotetici Eurobond contribuirebbero a finanziare un intervento mirato e non genericamente il debito di Paesi come l’Italia e la Spagna. Per conferme bisognerà però attendere l’Eurogruppo in agenda il prossimo 7 aprile.
“Un passo significativo in vista di un più ampio e complessivo intervento che dovrà dare il senso di una forte, coesa e credibile risposta europea a questa sfida epocale. Auspico che queste iniziative siano ricomprese in una più ampia strategia europea, uno European Recovery and Reinvestment Plan”, ha commentato via Facebook il premier Giuseppe Conte, dopo un colloquio con la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen.