Un gruppo bipartisan di senatori degli Stati Uniti ha presentato un disegno di legge, denominato Safe Chips Act, pensato per impedire all’amministrazione Trump di allentare le restrizioni all’esportazione di chip per intelligenza artificiale verso la Cina, la Russia, l’Iran e la Corea del Nord. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
Safe Chips Act: cosa prevede il testo
Secondo quanto riportato, il disegno di legge imporrebbe al Dipartimento del Commercio USA di rifiutare qualsiasi richiesta di licenza per l’esportazione di chip AI avanzati verso quei Paesi per un periodo di trenta mesi.
Dopo questo periodo, ulteriori modifiche alle regole farebbero capo a un obbligo di notifica al Congresso con almeno un mese di anticipo. L’obiettivo dichiarato dai promotori è chiaro: “Impedire a Pechino di accedere ai migliori chip americani per AI è essenziale per la nostra sicurezza nazionale”, ha spiegato Ricketts in un comunicato.
Un freno ai piani dell’amministrazione Trump
Il provvedimento arriva in un momento di forte tensione diplomatica e tecnologica: l’amministrazione Trump ha recentemente rinviato o annullato alcune restrizioni sulle esportazioni tecnologiche e starebbe considerando di autorizzare la vendita di chip AI di nuova generazione, come quelli di Nvidia, a clienti cinesi.
La mossa ha suscitato dure critiche da parte dei falchi pro-restrizioni, preoccupati che Pechino possa rafforzare le sue capacità militari e di sorveglianza grazie all’AI. Il Safe Chips Act rappresenta quindi un tentativo di imporre un vincolo legale indipendente dalle oscillazioni delle decisioni esecutive, rendendo più difficile per l’amministrazione alleggerire le restrizioni senza il via libera del Congresso.
Oltre alla coppia Ricketts-Coons, il disegno di legge ha il sostegno anche del repubblicano Dave McCormick e dei democratici Jeanne Shaheen e Andy Kim, a conferma della preoccupazione condivisa su scala trasversale. Questo tipo di consenso, in un Congresso spesso polarizzato, suggerisce che l’emendamento abbia buone possibilità di ottenere almeno una prima approvazione nelle commissioni competenti.
Tra i sostenitori dell’iniziativa, molti vedono il provvedimento come un “freno intelligente”, non un bando totale, ma un blocco temporaneo che consenta agli Stati Uniti di tutelare la propria superiorità tecnologica nel settore strategico dei chip per AI.
L’impatto sul settore e la possibile risposta di Pechino
Non è da escludere che la Cina reagisca: già nelle scorse settimane ha annunciato restrizioni sulle esportazioni di terre rare, elementi chiave per la produzione di chip. Se il Safe Chips Act dovesse passare, le tensioni tra Washington e Pechino potrebbero intensificarsi ulteriormente.
Per l’industria dei semiconduttori statunitense e globale, un provvedimento del genere potrebbe ridefinire intere catene del valore e accelerare la corsa a trovare fornitori alternativi o a sviluppare capacità produttive locali.