Il rischio di sequenza è uno dei concetti più insidiosi e meno compresi nel mondo della finanza personale e della pianificazione della pensione. Non riguarda solo quanto si guadagna o si perde investendo, ma soprattutto quando ciò accade. Vediamo nel dettaglio cos’è, come funziona e come è possibile mitigare questo rischio.
Rischio di sequenza: cos’è e come funziona
Il rischio di sequenza si riferisce all’impatto che l’ordine temporale dei rendimenti degli investimenti ha su un portafoglio, specialmente quando si effettuano prelievi regolari, come accade durante la pensione. Anche se due portafogli hanno lo stesso rendimento medio nel lungo periodo, possono produrre risultati molto diversi se la sequenza dei rendimenti varia.
Ad esempio, un pensionato che affronta perdite significative nei primi anni di ritiro potrebbe esaurire il capitale più rapidamente rispetto a chi affronta gli stessi rendimenti negativi in un secondo momento, dopo anni di rendimenti positivi che hanno fatto crescere il capitale.
Rischio di sequenza: perché è così rilevante in pensione?
Durante la fase di accumulo (quando si risparmia e si investe), il rischio di sequenza è meno critico, perché non si effettuano prelievi regolari e le fluttuazioni si compensano nel lungo termine. Tuttavia, nella fase di decumulo (quando si inizia a ritirare), il momento delle perdite può essere fatale.
Il capitale viene ridotto sia dalle perdite di mercato sia dai prelievi regolari. Se questi eventi si combinano nei primi anni, il portafoglio può diventare matematicamente incapace di recuperare, anche se il mercato rimbalza successivamente.
Molti pianificatori si basano su rendimenti medi per stimare la longevità del capitale, ma il mercato non segue mai una linea retta. Ed è proprio questa variabilità temporale — se non affrontata — che può mettere in ginocchio anche i piani meglio costruiti.
Il rischio di sequenza è dunque un nemico invisibile e sottovalutato, che colpisce nel momento di massima vulnerabilità: quando si vive del proprio capitale. Per questo, riconoscerlo e prepararsi per tempo è essenziale.
Rischio di sequenza: un esempio concreto
Immagina due investitori, Anna e Marco, che iniziano la pensione con 1 milione di euro e ritirano 50.000 euro ogni anno. Entrambi ottengono un rendimento medio del 5% annuo nel corso di 25 anni. Tuttavia, Anna sperimenta rendimenti negativi nei primi anni, mentre Marco li sperimenta più avanti.
Anna |
Anno |
Rendimento |
Capitale iniziale |
Prelievo |
Capitale finale |
|
1 |
-15% |
€ 1.000.000,00 |
€ 50.000,00 |
€ 802.500,00 |
|
2 |
-10% |
€ 802.500,00 |
€ 50.000,00 |
€ 677.250,00 |
|
3 |
5% |
€ 677.250,00 |
€ 50.000,00 |
€ 658.113,00 |
|
4 |
10% |
€ 658.113,00 |
€ 50.000,00 |
€ 674.924,00 |
|
5 |
25% |
€ 674.924,00 |
€ 50.000,00 |
€ 781.155,00 |
Marco |
Anno |
Rendimento |
Capitale iniziale |
Prelievo |
Capitale finale |
|
1 |
25% |
€ 1.000.000,00 |
€ 50.000,00 |
€ 1.187.500,00 |
|
2 |
10% |
€ 1.187.500,00 |
€ 50.000,00 |
€ 1.262.250,00 |
|
3 |
5% |
€ 1.262.250,00 |
€ 50.000,00 |
€ 1.275.363,00 |
|
4 |
-10% |
€ 1.275.363,00 |
€ 50.000,00 |
€ 1.102.827,00 |
|
5 |
-15% |
€ 1.102.827,00 |
€ 50.000,00 |
€ 895.903,00 |
Nonostante il rendimento medio identico, Anna rischia di esaurire i fondi molto prima di Marco. Anna termina con 781.155 euro, mentre Marco con 895.903 euro. Stesso rendimento medio del 5%, ma Marco ha quasi 115.000 euro in più grazie alla sequenza favorevole.
Questo perché i prelievi in un mercato in perdita amplificano le perdite e riducono la capacità del capitale di recuperare nei successivi anni di crescita. Per comprendere meglio il meccanismo, vediamo cosa accade senza prelievi. Usiamo gli stessi rendimenti di Anna e Marco, ma senza ritirare denaro.
- Anna: €1.000.000 × (1 - 15%) × (1 - 10%) × (1 + 5%) × (1 + 10%) × (1 + 25%) = 1.267.312 €
- Marco: €1.000.000 × (1 + 25%) × (1 + 10%) × (1 + 5%) × (1 - 10%) × (1 - 15%) = 1.267.312 €
Come si può notare, quando non si effettuano prelievi, l’ordine dei rendimenti non ha alcun impatto: il capitale finale è lo stesso. Questo dimostra che il rischio di sequenza è rilevante solo in presenza di flussi di cassa (prelievi).
Come mitigare il rischio di sequenza?
Esistono diverse strategie che possono contribuire a ridurre l’impatto del rischio di sequenza, soprattutto nella fase di decumulo. Una è la costruzione di un “cuscinetto di liquidità”. Si tratta di accantonare una somma equivalente a uno o due anni di spese correnti in contanti o in strumenti a basso rischio, in modo da evitare di essere costretti a vendere asset rischiosi durante una fase negativa del mercato.
Questa riserva permette di coprire i bisogni immediati senza intaccare il capitale investito, lasciandogli il tempo di recuperare.
Un’altra strategia è adottare un approccio flessibile ai prelievi. In pratica, si tratta di adattare l’ammontare dei prelievi annuali in base all’andamento del portafoglio: se il mercato è in calo, si riducono temporaneamente i prelievi per non amplificare le perdite, se invece l’anno è positivo, si può mantenere o eventualmente aumentare l’importo ritirato.