Mancano ancora i dettagli tecnici ma sembra che oltre alle iniziative di sostegno a favore delle partite Iva e dei lavoratori autonomi potrebbe presto vedere la luce un più ampio Reddito di Emergenza.
Cos'è il reddito di emergenza?
Cos'è il reddito di emergenza? Si tratterebbe di un assegno da 600 euro per tutte le categorie finora esclude dai primi provvedimenti del Cura Italia. Come ottenerlo? Al momento si parla di un’autocertificazione, ma, come detto, il progetto è ancora in pieno svolgimento. Per l’ufficialità si deve attendere il testo definitivo del Decreto Cura Italia. La pandemia da coronavirus ha costretto le autorità a prendere severe misure restrittive e di contenimento del virus. Misure che hanno portato a un vero e proprio blocco economico della nazione. Si è presto fatta strada la necessità di misure di sostegno all’economia reale. Ma ancora prima ai lavoratori che rischiavano il licenziamento per la contrazione della domanda e l’inevitabile recessione a cui stiamo andando incontro. A questi si aggiungono anche tutti quei lavoratori autonomi che non possono più esercitare la propria professione.
Bonus da 600 euro
Da qui un piano di sostegno da 25 miliardi (il cosiddetto “Cura Italia”) che potrebbe essere successivamente rinnovato con un altro dello stesso importo. In questo progetto è stata inclusa l’idea di una serie di misure di sostegno economico ad ampio respiro per una platea che attualmente comprende una vasta percentuale di cittadini. Il primo segnale è arrivato dalle autorità con un bonus da 600 euro per le partite Iva e gli iscritti alle casse previdenziali dell’Inps. Ma poi, oltre questo, come confermato anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, si è reso necessario creare un vero e proprio reddito di emergenza (REM) che avesse la finalità di prorogare gli aiuti ai lavoratori autonomi e contemporaneamente anche dare una mano ai lavoratori sommersi e precari. Una lista che include quindi colf, badanti, baby sitter, lavoratori stagionali e intermittenti.
Tensioni nel Sud Italia
Questo perchè, soprattutto nel Sud Italia, si sono registrati momenti di tensione. Il motivo sta nel fatto che, come è noto, l’economia sommersa, è ancora ampia. Molti lavoratori in nero, non potendo usufruire del sostegno promosso dal governo, si sono trovati, letteralmente, senza soldi per poter fare la spesa. Con tutte le possibili conseguenze sulla tenuta del tessuto sociale. Si è perciò deciso di rendere questo bonus un aiuto più ampio e non una tantum come inizialmente previsto. Non solo, ma una possibile riformulazione potrebbe essere indirizzata anche a quelle famiglie che si sono trovate in difficoltà economica a causa del blocco. Immediatamente dopo l’annuncio del decreto Cura Italia, sono arrivate altre conferme sia per iniziative simili da parte di altre casse come l’Inpgi, sia per possibili aumenti futuri in casi di un protrarsi dell’emergenza. In questo caso si parla, ma per il momento è solo un’ipotesi, di un assegno non più di 600 ma di 800 euro.