Presidente della Repubblica: come funziona l’elezione in Italia | Investire.biz

Presidente della Repubblica: come funziona l’elezione in Italia

15 gen 2022 - 15:00

05 dic 2022 - 17:29

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Si terrà lunedì 24 gennaio alle 15:00 il primo voto del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Ecco tutti i dettagli

Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica Italiana? Lunedì 24 gennaio 2022, alle ore 15:00, inizieranno le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella, il cui mandato è in scadenza il 3 febbraio 2022.

L’attuale Capo dello Stato ha reso nota più volte la sua contrarietà ad un secondo mandato, tuttavia continua ad essere uno dei candidati più gettonati per il Colle. Il perdurare dell’emergenza sanitaria spinge molti a pensare che un prolungamento della sua permanenza al Quirinale sia la soluzione migliore.

È difficile formulare previsioni plausibili perché i nomi dei candidati sul tavolo non ci sono ancora ufficialmente. Tuttavia, alcuni sondaggisti stanno dicendo la loro: "La mia personale scommessa è che il prossimo presidente della Repubblica o sarà Draghi o ci sarà un candidato espressione del centro destra, quindi una forzatura verso Berlusconi, che avrebbe anche una logica politica. Oppure una donna", ha affermato il sondaggista Fabrizio Masia all'AdnKronos.

 

Nuovo Presidente della Repubblica: Draghi, Berlusconi o una donna al Colle?

Escluso Sergio Mattarella, Mario Draghi è l’altro nome su cui una grande maggioranza potrebbe convergere. L’attuale Presidente del Consiglio nella conferenza di fine anno ha detto chiaramente che i suoi destini personali non sono importanti, ma in molti hanno considerato le sue dichiarazioni come una candidatura al Colle.

Draghi al Quirinale aprirebbe il grande risiko su Palazzo Chigi e metterebbe a rischio il proseguimento della legislatura. Un altro nome è Silvio Berlusconi. La candidatura del Cavaliere nel centrodestra sembra essere una certezza. Il Cavaliere pare intenzionato a restare in campo fino a quando sarà possibile, convinto di poter raccogliere un’ampia maggioranza, che vada oltre la coalizione.

C’è chi pensa invece a una donna, come Giuseppe Conte. Tra i nomi al femminile: l’attuale Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, seconda carica dello Stato, a Marta Cartabia, Guardasigilli, fino all’ex  ministro Paola Severino.

Vi sono anche delle riserve: Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio, e Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera con Berlusconi, portato in Parlamento dal Partito Democratico alle ultime elezioni. Un altro nome emerso è quello di Gianni Letta che viene considerato da molti un alter ego di Silvio Berlusconi ma molto meno divisivo rispetto quest’ultimo.

Altri nomi in panchina sono: l’ex ministro Franco Frattini e l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Nel centrosinistra resta possibile la candidatura di Paolo Gentiloni, sebbene non sembri destinato a lasciare Bruxelles al momento. In attesa del 24 gennaio, vediamo tutti i dettagli e come si svolge l’elezione del Capo dello Stato.

 

Presidente della Repubblica Italiana: chi è, cosa fa e come funziona l’elezione

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato italiano, rappresentante dell'unità nazionale. Il Presidente della Repubblica si configura come un potere “neutro”, ovvero posto al di fuori della tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo o giudiziario).

Il capo dello Stato ha un certo numero di funzioni in campo esecutivo, legislativo e giudiziario, nonché di indirizzo politico: promulga le leggi, nomina alcuni membri in importanti organismi istituzionali e presiede il Consiglio superiore della magistratura (CSM), è anche destinatario di ricorsi straordinari contro la Pubblica amministrazione, può rinviare alle camere un atto legislativo, può concedere la grazia ed è il comandante supremo delle forze armate italiane.

Il Presidente della Repubblica pur non essendo parte di alcuno dei poteri dello Stato - partecipa alle azioni di quest'ultimi; infatti interviene: nel potere esecutivo, mediante emanazione e l'assunzione degli atti spettanti tale potere; nel potere legislativo, mediante partecipazione divisa col governo all'iniziativa delle leggi e nel potere giudiziario, mediante la presidenza del CSM.

Il Presidente della Repubblica svolge una funzione di sorveglianza e coordinamento, secondo le norme stabilite dalla Costituzione italiana, di cui è garante. Il capo dello Stato è un organo costituzionale, eletto dal Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle Regioni (tre consiglieri per regione, con l'eccezione della Valle d'Aosta, che ne nomina uno solo, per un totale di 58) e rimane in carica per un periodo di sette anni.

La Costituzione stabilisce che può essere eletto presidente chiunque, con cittadinanza italiana, abbia compiuto i cinquanta anni di età e goda dei diritti civili e politici. La residenza ufficiale del presidente della Repubblica è il Palazzo del Quirinale (sull'omonimo colle di Roma).

 

L’elezione del Presidente della Repubblica Italiana 2022

L'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2022 sarà la quindicesima elezione del capo dello Stato italiano e si terrà dal 24 gennaio 2022. Il 4 gennaio 2022 il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha convocato il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali per l'elezione del presidente della Repubblica. Gli elettori saranno in totale 1.009, di cui 630 deputati, 321 Senatori e 58 delegati regionali.

Ai sensi dell'art. 83 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.

La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”. I requisiti di eleggibilità, contenuti nel primo comma dell'art. 84 della Costituzione, sono:

1) L'avere cittadinanza italiana;
2) aver compiuto i 50 anni d'età;
3) godere dei diritti civili e politici.

La Costituzione prevede inoltre l'incompatibilità con qualsiasi altra carica. L'elezione del Presidente della Repubblica avviene su iniziativa del Presidente della Camera dei deputati e la Camera dei deputati è la sede per la votazione.

Il Presidente della Camera convoca la seduta comune 30 giorni prima della scadenza naturale del mandato in corso. Nel caso di impedimento permanente, di morte o di dimissioni del presidente in carica, il Presidente della Camera convoca la seduta comune entro 15 giorni.

Nel caso le camere siano sciolte o manchino meno di 3 mesi alla loro cessazione, l'elezione del presidente della Repubblica avrà luogo entro il 15° giorno a partire dalla riunione delle nuove camere. Nel frattempo sono prorogati i poteri del presidente in carica.

Quest'ultima previsione serve a svincolare l'elezione del nuovo presidente della Repubblica dalla conflittualità tipica del periodo pre-elettorale e a fare in modo che il nuovo presidente risulti eletto da un Parlamento completamente legittimato.

La previsione di una maggioranza qualificata per i primi tre scrutini e di una maggioranza assoluta per gli scrutini successivi serve a evitare che la carica sia ostaggio della maggioranza politica. La carica rinvia infatti a un ruolo indipendente dall'indirizzo della maggioranza politica e un mutamento dei quorum deliberativi è stato per questo oggetto di rilievi in dottrina.

Il presidente assume l'esercizio delle proprie funzioni solo dopo aver prestato giuramento innanzi al Parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali), al quale si rivolge, per prassi, tramite un messaggio presidenziale.

Il mandato del capo dello Stato dura sette anni a partire dalla data del giuramento. La previsione di un settennato impedisce che un presidente possa essere rieletto dalle stesse Camere, che hanno mandato quinquennale, e contribuisce a svincolarlo da eccessivi legami politici con l'organo che lo vota.

La Costituzione Italiana non prevede un limite al numero di mandati per quanto concerne la carica di presidente della Repubblica. Al 2021 si è assistito a un solo caso di conferma del mandato del presidente uscente, e allo stesso tempo di elezione di uno stesso presidente per più di un mandato: il 20 aprile 2013, infatti, le Camere hanno votato la rielezione del presidente uscente Giorgio Napolitano.

 

Presidente della Repubblica Italiana: le cause di scadenza anticipata del mandato

Oltre che alla naturale scadenza di sette anni, il mandato può essere interrotto per dimissioni volontarie, morte, impedimento permanente dovuto a gravi malattie; destituzione (nel caso di giudizio di colpevolezza sulla messa in stato d'accusa per reati di alto tradimento e attentato alla Costituzione (art. 90) o per decadenza, ovvero il venir meno di uno dei requisiti di eleggibilità.

Nel caso le camere siano sciolte o manchino meno di tre mesi al loro scioglimento i poteri del presidente vengono prorogati fino all'elezione che dovrà aver luogo entro quindici giorni dall'insediamento delle nuove Camere.

Al 2021 nessun mandato è stato interrotto per colpevolezza o è decaduto, né alcun presidente è venuto a mancare durante l'esercizio della carica. Invece, si è assistito a casi di dimissioni volontarie: il primo fu Antonio Segni, dimessosi in seguito a grave malattia, a cui fecero seguito Giovanni Leone (in seguito allo scandalo Lockheed), Francesco Cossiga a pochi mesi dalla fine del mandato (in disaccordo con la situazione politica) e Giorgio Napolitano (per difficoltà dovute all'età – Napolitano all'epoca aveva quasi 90 anni).

È usuale l'esercizio delle dimissioni di cortesia, ossia quella prassi per cui il presidente uscente, in seguito all'elezione del suo successore, firma le dimissioni con pochi giorni di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, così da facilitare la successione.

Tale prassi è stata applicata dai presidenti Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Napolitano al suo primo mandato. I restanti mandati (Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi e Saragat) raggiunsero il loro termine naturale di sette anni.

 

 

Presidente della Repubblica 2022: cosa succede dopo l’elezione

Una volta che il Parlamento e i delegati regionali hanno eletto il Presidente della Repubblica (con i due terzi dei voti nei primi tre scrutini, e con la sola maggioranza assoluta dal quarto), viene redatto il verbale dell'elezioni che il Presidente della Camera, accompagnato dalla presidente del Senato, comunica al neo eletto.

Laura Boldrini, sette anni fa, comunicò a Mattarella la sua elezione presso la Corte Costituzionale, visto che il neo Presidente era giudice della Consulta. A quel punto, per prassi il presidente della Repubblica in carica si dimette, se non si è ancora concluso il suo mandato.

Se quest'ultimo è passato, vale il principio generale della "prorogatio", cioè il Presidente rimane in carica fino all'elezione del suo successore. La Costituzione italiana non indica tempi certi tra l'elezione e il giuramento davanti al Parlamento in seduta comune.

Per esempio, passarono dodici giorni dall'elezione al giuramento per Giovanni Gronchi, un solo giorno servì per Sandro Pertini o per Saragat. L’uscente Sergio Mattarella fu eletto il 31 gennaio 2015 e giurò il 3 febbraio 2015.

 

Elenco dei presidenti della Repubblica Italiana dal 1º gennaio 1948 al 2022

Il 1° gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana ed Enrico De Nicola diventa il primo presidente della Repubblica. Vediamo tutti i capi dello Stato uno ad uno fino ai giorni nostri.

 

Presidente Scrutini Percentuale Mandato (Inizio-Fine) Partito Senatore a vita fino al
Enrico De Nicola 1 72,8% (405 voti su 556) 1/01/1948-12/05/1948 Partito Liberale Italiano 01/10/1959
Luigi Einaudi 4 57,6% (518 voti su 900) 12/05/1948-11/05/1955 Partito Liberale Italiano 30/10/1961
Giovanni Gronchi 4 78,1% (658 voti su 843) 11/05/1955-11/05/1962 Democrazia Cristiana 17/10/1978
Antonio Segni 9 51,9% (443 voti su 854) 11/05/1962-06/12/1964 Democrazia Cristiana 01/12/1972
Giuseppe Saragat 21 67,1% (646 voti su 963) 29/12/1964-29/12/1971 Partito Socialista Democratico Italiano 11/06/1988
Giovanni Leone 23 51,4% (518 voti su 1008) 29/12/1971-15/06/1978 Democrazia Cristiana 09/11/2001
Sandro Pertini 16 82,3% (832 voti su 1011) 09/07/1978-29/06/1985 Partito Socialista Italiano 24/02/1990
Francesco Cossiga 1 74,3% (752 voti su 1011) 03/07/1985-28/04/1992 Democrazia Cristiana 17/10/2010
Oscar Luigi Scalfaro 16 66,5% (672 voti su 1011) 28/05/1992-15/05/1999 Democrazia Cristiana 29/01/2012
Carlo Azeglio Ciampi 1 70% (707 voti su 1010) 18/05/1999-15/05/2006 Indipendente 16/09/2016
Giorgio Napolitano 4 53,8% (543 voti su 1007) 15/05/2006-22/04/2013 Democratici di Sinistra In carica
Giorgio Napolitano (2) 6 73,2% (738 voti su 1007) 22/04/2013-14/01/2015 Indipendente  
Sergio Mattarella 4 65,9% (665 voti su 1009) 03/02/2015-In carica Indipendente  

 

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