La Cina non ha ancora convinto i suoi mercati azionari circa le misure di stimolo per rilanciare la crescita del Paese. Alla riapertura delle Borse del Dragone dopo la settimana di vacanza per celebrare il 75esimo anniversario della nascita della Repubblica Popolare, gli investitori si aspettavano annunci roboanti dalle autorità di Pechino. Invece l'agenzia nazionale di pianificazione economica ha deluso le aspettative, affermando che non ci sono state grandi misure a favore della crescita durante il primo briefing del governo.
Ora tutta l'attenzione è concentrata su sabato prossimo, quando il ministro delle Finanze Lan Fo'an farà conoscere le mosse di politica fiscale tanto agognate dai mercati finanziari. L'appuntamento è alle 10 ora locale - ha riferito l'Ufficio informazioni del Consiglio di Stato - e, dopo l'introduzione delle misure, il ministro risponderà alle domande dei giornalisti.
La Cina viene da tre anni molto tormentati, in cui l'economia è stata travolta dal Covid-19 e da una crisi immobiliare senza precedenti. I provvedimenti a spizzichi e bocconi messi in campo in questi anni dal governo per cercare di tirare fuori il Paese dalla crisi si sono rivelati inefficaci. Il punto di svolta si è avuto alla fine di settembre, quando la
People's Bank of China ha annunciato una serie di stimoli monetari per centinaia di miliardi di dollari come il taglio dei tassi sui prestiti e sui mutui ipotecari, nonché il sostegno al mercato azionario.
Tuttavia, manca ancora il pezzo dello scacchiere forse più importante affinché ci sia un vero cambio di rotta dell'economia, ovvero gli stimoli fiscali. Questi si concretizzano con l'emissione di obbligazioni sovrane per rilanciare quei consumi che sono alla base della deflazione e del rallentamento economico. Senza gli stimoli fiscali c'è il rischio che tutte le buone intenzioni cadano come le tessere del domino. Anche gli stimoli monetari potrebbero diventare quasi inutili. Come osservano alcuni economisti, le persone non spendono di più se a loro concedi più credito ma il reddito rimane basso. Anzi, c'è il pericolo di innescare un meccanismo pericoloso che porta alla creazione di una bolla.
Cina: cosa si aspettano gli analisti per sabato
Gli investitori stavolta non vogliono essere delusi dai piani fiscali del governo. "Questo è un briefing di alto profilo poiché la politica fiscale è stata al centro dell'attenzione del mercato", ha detto Bruce Pang, capo economista per la Grande Cina presso Jones Lang LaSalle Inc. "Solo con la spesa del MoF (Ministry of Finance) i progetti annunciati dalla NDRC (National Development and Reform Commission) possono essere implementati e l'allentamento monetario ha un impatto sull'economia reale". I proventi dell'emissione delle obbligazioni sovrane infatti saranno destinati a finanziare i grandi progetti nazionali come le infrastrutture urbane, lo sviluppo tecnologico, la transizione energetica, i soccorsi per le calamità naturali e in altre attività destinate a rimettere in moto il Paese.
Ma di quanto potrebbe essere il bazooka cinese? Secondo Morgan Stanley e HSBC l'esposizione del governo potrebbe arrivare a 2.000 miliardi di yuan (poco oltre 280 miliardi di dollari), mentre Citigroup si spinge oltre e prevede un importo di 3.000 miliardi di yuan.
C'è però chi è pessimista e ritiene che il mercato resterà, ancora una volta, deluso. Tra questi vi è Jiang Liangqing, Amministratore delegato di Zhuhai Greenbamboo Private Fund Management, secondo cui "è abbastanza improbabile che lo stimolo sia enorme", poiché "c'è un limite a quanto possono essere forti le misure fiscali prima che portino un effetto negativo".
Gli analisti di Bloomberg Economics avvertono invece di un potenziale rischio per le azioni con "i responsabili politici che non riusciranno a essere all'altezza di queste aspettative irrealistiche". E questo eventuale calo delle azioni "potrebbe colpire la fiducia e danneggiare la ripresa".