Nel Regno Unito, parlare di
Offerte Pubbliche di Acquisto (OPA) significa navigare tra la cultura della “Corporate Britain” e le dinamiche globali dei mercati. Per molto tempo, le aziende britanniche quotate erano considerate una sorta di campioni nazionali, spesso protette da partecipazioni incrociate, forte regolamentazione e una certa deferenza per la stabilità. Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Per effetto della globalizzazione, il capitale estero e fondi di private equity che bussano alla porta, le OPA sono diventate strumenti attivi di mutamento, ristrutturazione o uscita dalla Borsa.
OPA Regno Unito: ecco il podio
In questo panorama, esploriamo tre operazioni emblematiche che raccontano bene i meccanismi, le sfide e le opportunità delle OPA britanniche.
Kraft Foods/Cadbury (2009‑2010)
Un classico che ancora oggi viene citato ogni volta che si parla di OPA in Gran Bretagna è l’acquisizione della storica Cadbury da parte di Kraft Foods. Nel settembre 2009 Kraft ha presentato un’offerta di circa 10,2 miliardi di sterline per Cadbury.
La vicenda è interessante per vari motivi. In primo luogo Cadbury era (ed è) un marchio molto radicato nella cultura britannica: cioccolata, identità nazionale, sede nel Regno Unito.
In secondo luogo, l’offerta ha suscitato forti reazioni politiche, sindacali e mediatiche: molti temevano la perdita di controllo di un “pezzo” del Regno Unito.
Terzo, dopo vari rifiuti e trattative, l’accordo è stato approvato nel gennaio 2010, con valore rivisto a circa 11,5 miliardi di sterline.
Questo caso mostra bene come un’OPA nel Regno Unito non sia solo questione di prezzo, ma entrano in gioco questioni di identità aziendale, posti di lavoro, sede legale e cambi culturali. Si è trattato di un’operazione che ha segnato una rottura rispetto al passato, con aziende britanniche che diventano bersagli di compratori stranieri.
CD&R/Morrison (2021)
Un esempio più recente, dal profilo diverso, è quello di Morrisons, la catena di supermercati britannica. Nel 2021 un consorzio guidato dal fondo statunitense Clayton, Dubilier & Rice (CD&R) ha acquisito Morrisons per circa 7 miliardi di sterline nell’ambito di una battaglia di offerta e rivalità tra fondi. Uno degli aspetti più rilevanti del deal è che l'acquirente non faceva parte del settore retail britannico, ma si è trattato di una società di private equity. Inoltre, l'offerta per Morrisons è arrivata in un mercato dove le valutazioni erano sotto pressione, ma anche dove gli investitori cercavano opportunità.
La scalata è stata anche un segnale del fatto che persino le aziende britanniche più conosciute diventano oggetto di “take‑private” (uscita dalla quotazione) e che il mercato britannico è aperto a operazioni che un tempo sarebbero state impensabili. In breve, Morrisons è un esempio di OPA “di secondo livello”, meno legata a questioni nazionali di identità, ma più connessa a concetti di ottimizzazione finanziaria e opportunità di mercato.
Advent International/Spectris plc (2025)
Nel giugno 2025 è stata annunciata l’offerta del fondo statunitense Advent International per Spectris plc - gruppo britannico del settore strumenti di misura e controllo - per circa 4,4 miliardi di sterline. Pur non essendo gigantesca come certe acquisizioni storiche, questa operazione è molto significativa per il contesto.
Il premio offerto agli azionisti era molto elevato - circa l’85% sopra il prezzo prima dell’annuncio. Anche se Spectris è una società di dimensioni inferiori rispetto ai giganti industriali, la transazione segnala l’interesse degli investitori privati verso compagnie britanniche a buon valore. Inoltre, il fatto che un fondo estero entri in una società UK quotata con un’offerta raccomandata dal board dimostra quanto il mercato britannico delle OPA sia ormai “mainstream”, non più riservato solo ai casi di grandi gruppi industriali.
Questo caso riflette il trend più recente: valutazioni basse, compratori che guardano al Regno Unito come opportunità, e una maggiore frequenza di OPA comunque rilevanti.
Conclusioni
Dalle tre OPA citate, si possono effettuare alcune considerazioni conclusive. Le offerte nel Regno Unito mostrano come il mercato britannico sia in piena evoluzione: da un sistema relativamente protetto e interno a uno più aperto, competitivo e internazionale. Chiaramente, non tutte le operazioni sono uguali: alcune richiamano questioni di sovranità aziendale e identità nazionale, altre sono più “tecniche” o finanziarie. Prese nella loro totalità, tuttavia, raccontano un cambiamento: il Regno Unito oggi non è più solo spettatore delle OPA, ma protagonista di un mercato attivo, dove la qualità, la valutazione e la regolamentazione contano tanto quanto il semplice prezzo.