- Dopo i crolli da record adesso a Wall Street ci sono anche rialzi da record
- Il Dow Jones ha chiuso a +5,10%, Nasdaq +4,49%, S&P 500 +4,61%
- Si rafforzano i rumors che hanno chiamato in causa Bce e, ancora di più, la Fed, per un taglio dei tassi
Dal fango alla gloria. Questa in estrema sintesi, la storia delle borse statunitensi nelle ultime giornate. Dopo i crolli record, Wall Street arriva a registrare rialzi altrettanto da record.
Le Borse Usa
Alla fine della giornata, infatti, il Dow Jones ha chiuso con un +5,10% (26.706,17 punti), il Nasdaq al 4,49% (8.952,16 punti) e l’S&P 500 a +4,61% (3.090,52 punti). Si tratta del miglior risultato dalla fine del 2008. Un trend che si era intravisto già alla chiusura delle borse europee che hanno visto un saldo positivo con l’eccezione di Dax e Ftse MIb. In particolare con Piazza Affari che, dopo aver aperto in leggera apertura, complici anche le voci di un prossimo intervento delle banche centrali, ha virato in netto passivo riuscendo però a limitare le perdite nel finale con un -1,5%. In pratica una sorta di indizio del cambio di rotta.
Ma di chi il merito?
Ma di chi il merito? Con ogni probabilità nel rafforzamento di quei rumors che hanno chiamato in causa Bce e, ancora di più, la Fed. Taglio dei tassi il primo dei provvedimenti possibili. Ad ogni modo, in entrambi i casi ci sono state conferme dai rispettivi vertici della volontà politica di agire “con mezzi adeguati”. Intervento che potrebbe rendersi necessario anche in virtù delle nuove previsioni Ocse rese note in queste ore. Stando alle cifre in mano all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, la crescita mondiale a causa del coronavirus verrà notevolmente rallentata. Per Pechino non si raggiungerebbe nemmeno il 5% mentre a livello mondiale si registrerebbe solo un +1,5%.
La view degli analisti
La maggior parte degli analisti, però, è concorde nel vedere l’epidemia come un elemento fortemente destabilizzante nel breve periodo ma con una ripresa nel lungo termine. Da Amundi, ad esempio, Pascal Blanqué, group chief investment officer, e di Vincent Mortier, group chief investment officer, vedono nel Vecchio Continente il punto debole per eccellenza. Sell off, richiesta di beni rifugio e volatilità sarebbero gli elementi che potrebbero caratterizzare nel breve i mercati europei. La ripresa ci sarà ma le aspettative di crescita sul Pil dovranno essere ridimensionate. Strategie da sfruttare adesso? La parola d’ordine è una sola: cautela.