Il January Barometer è una teoria che suggerisce che l'andamento del mercato azionario nel mese di gennaio possa prevedere la performance del mercato per il resto dell'anno. Questa teoria, nata negli Stati Uniti, è stata resa popolare dal "Stock Trader's Almanac" di Yale Hirsch negli anni ‘70.
La premessa di base è che se il mercato azionario (rappresentato dall'indice S&P 500) registra una performance positiva durante il mese di gennaio, c'è una probabilità maggiore che l'anno nel suo complesso termini in positivo. Al contrario, se il mercato perde terreno a gennaio, l'anno potrebbe chiudersi in rosso. Vediamo tutti i dettagli.
January Barometer: cos’è e come funziona
L'idea dietro al January Barometer si basa sull'assunto che il comportamento degli investitori durante il mese di gennaio possa rappresentare un indicatore delle aspettative e del sentiment generale per l'intero anno.
A inizio anno, molti investitori ribilanciano i loro portafogli, effettuano nuove allocazioni di capitale e prendono decisioni basate su previsioni economiche, politiche e aziendali. Pertanto, si crede che le tendenze nel primo mese dell'anno possano riflettere le condizioni economiche future e influenzare il mercato per i mesi a venire.
Nonostante la sua popolarità, l'efficacia del January Barometer è stato oggetto di dibattito tra gli esperti. Alcuni studi hanno suggerito che il January Barometer ha avuto una precisione di circa il 75% nel prevedere la direzione del mercato per il resto dell'anno, altri invece sono totalmente contrari.
Altri esperti sottolineano che questo fenomeno potrebbe essere il risultato di una correlazione casuale piuttosto che una vera causalità. Il January Barometer potrebbe non avere un fondamento scientifico o economico solido, ma essere semplicemente il risultato di coincidenze statistiche, considerando il forte bias rialzista del mercato azionario.
January Barometer, vero indicatore o pura illusione?
Il January Barometer potrebbe essere solo un effetto secondario della tendenza generale delle azioni statunitensi a salire ogni anno, piuttosto che un fenomeno speciale che può essere utilizzato per migliorare la propria strategia di market timing.
L'analisi dei rendimenti di gennaio in relazione alla performance annuale può fornire indicazioni interessanti sull'eventuale esistenza del "January Effect". In questo caso, abbiamo analizzato le relazioni degli ultimi 96 anni e la frequenza dei rendimenti positivi di gennaio che portano a rendimenti annuali positivi è prossima al 50% (48,96%).
Questo implica che se gennaio è positivo, c'è una probabilità del 49% che l'intero anno possa chiudersi positivamente, ma anche una probabilità simile che l'anno possa finire con una performance negativa. Dunque non sembra esserci una relazione robusta e sfruttabile in tal senso.
Inoltre, la bassa frequenza di rendimenti annuali negativi quando gennaio è negativo (20,83%) suggerisce che un rendimento negativo di gennaio non è un forte indicatore di una performance annuale negativa. Questo è abbastanza chiaro: come dicevamo prima, vi è il forte bias rialzista che caratterizza l’andamento degli indici azionari.
Mentre il January Barometer potrebbe fornire uno spunto di riflessione per ulteriori verifiche basate anche su altre condizioni, è importante ricordare che non esistono formule magiche per prevedere con certezza il comportamento delle Borse. L'uso di molteplici strumenti di analisi e la diversificazione rimangono le chiavi per un approccio d'investimento efficace e sostenibile nel lungo periodo.